“Angeli e Demoni”, blitz dei carabinieri al Comune di Mirandola: sequestrati documenti

2 Set 2019 16:20 - di Redazione
La sede dei Comuni della Val D'Elsa al centro dlelo scandalo degli affidi pilotati scoperto dall'inchiesta "Angeli e Demoni"

I carabinieri di Modena questa mattina si sono recati alla sede del Comune di Mirandola per accertamenti e per acquisire documentazione sul filone modenese dell’inchiesta su Bibbiano denominata “Angeli e demoni” relativa al sistema di affidi pilotati dei servizi sociali della Val d’Enza accusati di togliere i bambini ai genitori naturali per darli ai propria amici e conoscenti.

Il filone modenese di “Angeli e Demoni” su presunte irregolarità nell’affido di minori era partito il 21 agosto scorso quando, agli inquirenti di Modena, è stato consegnato, per competenza territoriale, dai colleghi reggiani, il fascicolo che vede indagate tre persone per abuso di ufficio, durante un incontro, a Modena, tra il procuratore capo della città della Ghirlandina, Paolo Giovagnoli e il pm di Reggio Emilia, Valentina Salvi, che coordina le indagini dei carabinieri.

Gli indagati sono, al momento, la psicologa Nadia Bolognini, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni”moglie dello psicoterapeuta Claudio Foti, anche lui indagato – una dirigente dell’Unione Comuni Modenesi Area nord e, infine, la titolare di una casa-famiglia.

Il tassello portante del “filone modenese” di “Angeli e demoni” è una presunta consulenza affidata proprio alla psicologa Nadia Bolognini, dopo il suo arresto. L’incarico alla Bolognini, secondo le segnalazioni, sarebbe stato conferito quando la donna era già ai domiciliari da una settimana. La dirigente dell’Unione dei Comuni indagata, infatti, è colei che le avrebbe affidato la consulenza.
Le nuove iscrizioni nel registro degli indagati arrivano dopo la richiesta di accesso agli atti avanzata da Antonio Platis e Mauro Neri  – rispettivamente consigliere in Provincia a Modena e capogruppo di Forza Italia nel consiglio dei Comuni dell’Area Nord – ed è stata segnalata da esposti alla Corte dei Conti e alle Procure di Modena e Reggio Emilia, oltre che da un’interrogazione firmata dal senatore Enrico Aimi.

L’Unione Comuni modenesi Area nord ha replicato nei giorni scorsi sostenendo che l’incarico alla psicologa era stato affidato prima del suo arresto e poi subito revocato, dopo la notizia del suo coinvolgimento nelle indagini, e che la data del 3 luglio, riportata sulla determina, era stata posta in automatico, ma all’atto non venne data esecuzione.
Tutto è cominciato con un accesso agli atti richiesto dagli azzurri modenesi, per capire come mai una minore di Mirandola fosse finita nel Centro “La Cura” di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, l’associazione finita al centro dell’inchiesta “Angeli e Demoni”.
A quel punto le attività d’indagine sono passate alla Procura e ai Carabinieri di Modena, per competenza territoriale sul Comune di Mirandola, e saranno loro a chiarire i contorni della vicenda.

«Che i carabinieri siano venuti in Comune ad acquisire documentazione è un loro diritto, non c’è alcun problema per quello che mi concerne. E’ un’indagine che sarà fatta a tutto tondo, quindi mi sembra normale – commenta all’Adnkronos il neo-sindaco di Mirandola Alberto Greco – Spero che vengano accertati i fatti nel più breve tempo possibile e diamo piena fiducia e libero spazio alla magistratura. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi».

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