Zingaretti: «Il M5S faccia quello che dico io o salta tutto. Di nuovo Conte? Se lo scordino»

22 Ago 2019 10:29 - di Giorgio Sigona

I cinque punti sono una pregiudiziale sulla quale il Pd non è disposto a trattare. Zero possibilità che si faccia il Conte bis. Su Di Maio nessun veto, ma nel governo giallorosso è indispensabile marcare la discontinuità da quello gialloverde. Concetti che il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, sottolinea in un’intervista a Il Messaggero il giorno dopo aver incassato l’unanimità dei consensi in direzione sui cinque punti proposti per la soluzione della crisi di governo.

“Il M5S o accetta o fa saltare il banco”

«Il M5s – chiarisce – accetta questi punti o fa saltare il banco e se ne prende la responsabilità. Ma almeno così è chiaro che da parte nostra, come Pd, non c’è alcun tipo di subalternità». Le possibilità che Conte torni a Palazzo Chigi «sono pari a zero. Conte non va bene: non si può dire che gli altri, ovvero Salvini, hanno sbagliato, e riprendere a governare come se nulla fosse cambiando solo alleato».

Le condizioni di Zingaretti

La figura adatta a fare il premier potrebbe essere quella di un civil servant? «Sta dicendo un uomo di Stato, un alto servitore delle istituzioni? Questa può essere una soluzione, una di quelle sul tavolo. Ma bisogna fare un passo per volta e ascoltare, soprattutto, il Capo dello Stato». Lui, assicura, continuerà a fare il presidente della Regione Lazio e il segretario Pd. «Credo siano già due impegni molto gravosi e intendo continuare a fare questo».

Non pensa a un contratto di governo stle gialloverde («non funziona») ma non pone ostacoli su Di Maio. «Non ho alcun veto su Di Maio nel governo», dice Zingaretti. «Ma non si potrà far scendere in campo la stessa squadra che ha perso già una partita. Comunque è veramente molto presto per parlare di nomi. Per il resto mi fermo qui. In questa fase, in cui tutto è ancora precario, occorre fare un passo per volta».

Zingaretti invoca l’unità ma non si sente di escludere al 100% una scissione nel Pd. «La scissione di Renzi è un’eventualità che nemmeno il diretto interessato nasconde, vedremo», afferma.

Commenti

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  • maurizio pinna 22 Agosto 2019

    I 5* stanno cominciando a conoscere il PENSIERO UNICO dei compagni, quando se ne pentiranno sarà tardi: dopo due giravolte fine dell’elettorato.