Zingaretti dà l’altolà a Renzi: basta, metti a rischio la credibilità del Pd
Zingaretti prova a serrare i ranghi nel Pd, ma la sfilacciatura è evidente a tutti: la fronda di Renzi e dissidenti renziani rischia di farlo rimanere col cerino in mano. Per questo, sapendo di non poter ricucire, il segretario dem prova a metterci una pezza: ma come noto, molto spesso la toppa è peggio del buco, e lo dimostra (una volta di più) il disperato tentativo di Zingaretti di lanciare un «appello alla responsabilità», per non mettere a rischio la già messa a dura prova «credibilità del partito» di cui è al vertice. Basterà?
Duello all’ultimo sangue tra Zingaretti e Renzi
Il duello è aspro e di sicuro non si combatte a colpi di fioretto: l’ex premier ci va giù pesante con il carico pesante di chi sta combattendo forse la sua battaglia per la sopravvivenza (politica); il suo contendente, da parte sua, per al timone del comando sa bene quanto sia alto il rischio di finire ai remi e che, qualora lo strappo di Renzi dovesse consumarsi fino in fondo, al Pd di Zingaretti – al di là di intese fittizie e accordi rabberciati col M5s – mancherebbero i numeri per gestire la navigazione e arrivare in porto. “Dividi et impera”, insomma, sembra essere il fulcro di una battaglia all’ultimo sangue da combattere, all’ombra della crisi, sui due fronti aperti: quello intestino in casa Pd, e quello istituzionale appena fuori Largo del Nazareno. Con i due generalissimi che, nel mentre, si guardano con sospetto, si spiano, si fronteggiano sui social e provano a contare le truppe a partire dalla retrovie dove aleggia sempre il fantasma della scissione. E così, mentre Zingaretti allude apertamente alla frattura definitiva, vera o presunta, che Matteo Renzi avrebbe in mente di portare a compimento da qui a qualche mese – a ribaltone compiuto e governo giallorosso appena incaricato – l’ex premier da parte sua, come scriveva nelle scorse ore tra gli altri Il Foglio, «che è il padrone dei gruppi parlamentari, lascia intendere che Zingaretti voglia sabotare ogni cosa, “perché gli preme assumere lui il controllo dei gruppi dopo le elezioni”».
Il segretario dem: «Nessuna manovra di Gentiloni»
Sul caso Gentiloni, però, tirato in ballo da Renzi che ha fatto trapelare delle condizioni poste sul dialogo con i Cinque stelle – in realtà restandosene in silenzio al Colle – impostate in modo tale da rischiare di mandare a monte l’ipotesi del governo giallorosso, all’opinione pubblica il segretario dem manda a dire che «non è mai esistita ovviamente nessuna manovra del Presidente Gentiloni per far fallire l’ipotesi di un nuovo Governo e sostenerlo è ridicolo e offensivo», ribadendo che «stiamo nel pieno di consultazioni delicatissime e stiamo lavorando tutti insieme per raggiungere un obiettivo difficile: quello di dare vita a un Governo di svolta per cambiare l’Italia; e questo passa per uno spirito unitario, per difendere contenuti storia e valori del Partito Democratico», aggiunge infine con toni trionfalistici il segretario del Pd. Quindi conclude: «Torno per l’ennesima volta a fare un appello alla responsabilità: fondamentale per raggiungere questo obiettivo casomai è fermare questo continuo proliferare di comunicati, battute, interviste che, questi si, mettono tutto a rischio e logorano la nostra credibilità». Una credibilità sempre più messa in discussione e che, forse, non convince più neppure lo stesso Pd nel suo insieme…
Ma quale credibilità? Questi pensano che gli italiani credono ancora alla loro banda di delincuenti, ????!!!
è pure convinto che il PD abbia una credibilità …… questo dimostra che questa gente vive in una realtà virtuale che si limita alle mura del palazzo e alle lamiere delle auto blu …… Sveglia zingaretti !! .. il PD quella credibilità l’ha persa ormai da 10 anni o più …