Tutti gli insulti dei grillini a Zingaretti, da Bibbiano al taglio dei parlamentari

23 Ago 2019 13:23 - di Chiara Volpi
governo

Beppe Grillo e i suoi discepoli si sbugiardano da soli: con le loro stelle parole postate e rigorosamente corredate da accuse e insulti sul Blog delle stelle. Nel mirino c’era e c’è, almeno fino a qualche giorno fa, il segretario dem Nicola Zingaretti, lo stesso con cui il comico, genovese spinge perché i suoi si accordino per l’inciucio di governo che il presidente ha solo rimandato. La figura chiave con cui il padre nobile del Movimento ha indicato ai suoi di trattare e trovare un pertugio politico in cui infilarsi per rimanere saldamente in sella. Eppure, di offese e recriminazioni, accuse politiche e denunce mediatiche ne hanno postate Grillo e grillini sul loro blog, puntando l’indice su tutto quanto di impresentabile abbia coinvolto il Pd negli ultimi mesi: dallo scandalo di Bibbiano ai caos dei rifiuti a Roma, passando per la sanità e i coinvolgimenti di noti esponenti del partito democratico in Mafia capitale, fino a quello che dovrebbe essere il nodo inestricabile per i pentastellati dei privilegi alla casta su cui il segretario dem pone veti e alza muri a partire dalla riduzione del numero dei parlamentari che sta impaludando la trattativa altrimenti forse già chiusa tra i due schieramenti alle prese con le prove di “dialogo”. Vediamo allora, riassunti schematicamente e, va detto, non esaustivamente, tutti gli insulti postati in rete contro Zingaretti e il Pd da parte di chi sta cercando di accordarsi in nome della difficile quadratura del cerchio della creazione di un governo giallorosso. Una precisazione: quelli riportati nello schema sottostante solo solo gli ultimi in ordine cronologico

Grillo su Zingaretti: forse il guru pentastellato non ricorda di aver detto che…

  1. 5 agosto. Sullo scandalo che ha coinvolto il presidente della Calabria il Blog grillino posta: «Come se non bastassero la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione e l’iscrizione nel registro degli indagati per abuso d’ufficio, adesso il presidente della Calabria è accusato di peculato. Come nel peggiore dei costumi della “malapolitica”, Oliverio – stando agli inquirenti – avrebbe utilizzato fondi pubblici, invece che per promuovere il turismo in Calabria, per fini di “propaganda” politica in occasione di un talk show a Spoleto. Soldi di tutti i cittadini, scandalosamente impiegati per pagare alberghi e cene di gala degli invitati all’evento giornalistico, tra cui anche lo stesso governatore calabrese. La domanda che facciamo a Zingaretti è semplice, ma cruciale per il futuro di una regione martoriata come la Calabria: cosa aspetta a cacciare Oliverio dal partito? Che il suo curriculum si “arricchisca” di qualche altra indagine»?
  2.  21 luglio. Caso Bibbiano: «Davanti allo scandalo sugli affidi illeciti di minori sottratti alle loro famiglie – posta il Blog delle stelle –  il segretario del Pd ride e dice che il Movimento 5 Stelle è vergognoso perché ne parla. L’unica, vera vergogna è l’atteggiamento del Pd, che tace davanti ad una inchiesta in cui sono coinvolti loro esponenti e operatori a vario livello. Il Movimento 5 Stelle invece ne parla perché pretende giustizia. Ed è per questo che ha depositato una proposta di legge per istituire una commissione d’inchiesta che accerti, dalla prima all’ultima, ogni responsabilità sul sistema affidi in tutta Italia. A cominciare da Bibbiano. A questo punto la domanda è una: il Pd di Zingaretti la voterà o ancora una volta vuole rendersi politicamente complice di sistemi disumani e scandalosi come quello di Bibbiano»?
  3. 8 luglio. Caos rifiuti a Roma. «È ora di dire basta – è l’incipit del post di denuncia del blog di Grillo – Roma e i romani non possono essere ostaggio di un personaggio come Zingaretti che utilizza le istituzioni che presiede per meschini giochi politici. Da oltre un mese Roma aspetta l’ordinanza regionale che consenta ad Ama di portare i rifiuti negli impianti di smaltimento. Solo ieri, messo alle corde, Zingaretti ha diramato l’ordinanza. Ma si tratta di un’ordinanza inapplicabile. Per questo gli impianti hanno i cancelli chiusi e i camion non possono scaricare i rifiuti che Ama raccoglie ogni giorno, e che restano quindi per strada. Gli operatori Ama lavorano a ritmo continuo anche di sabato e domenica in condizioni non facili per il bene della città. Ormai è chiaro, Zingaretti vuole gettare la città nel caos rifiuti per colpire politicamente Virginia Raggi. Tutto ciò è inaccettabile e vergognoso. Siamo di fronte al peggior comportamento della peggiore politica. Giochi di palazzo sulle spalle dei cittadini». E ancora, sempre sulla criticità mondezza, il blog aggiungeva in un secondo post: «Le criticità sui rifiuti a Roma ci sono ormai da anni. Abbiamo visto immagini di buste di spazzatura depositate davanti ai cassonetti con il sindaco Ignazio Marino, il prefetto Francesco Paolo Tronca e anche con la sindaca Virginia Raggi. Va ammesso. Ma cosa accomuna queste tre differenti esperienze amministrative? Cosa unisce tre persone così diverse? È semplice: la persona che guidava e guida la Regione Lazio è sempre la stessa per tutti e tre, ovvero Nicola Zingaretti. È lui la costante assoluta dei rifiuti. Zingaretti è quello che in matematica viene definito il “fattore K”: da quando c’è lui, ci sono rifiuti in strada a Roma. Qualche pericoloso intellettuale potrebbe anche mettere in relazione la presidenza di Zingaretti con l’assenza di un Piano Rifiuti Regionale dal 2012 perché anche in questo caso l’unica costante fissa è che lui siede sempre alla guida della Regione Lazio. I rifiuti in strada hanno ormai una firma; Z come Zingaretti-K».
  4. 7 giugno. Sulla sanità. “Non vi azzardate a tagliare sulla sanità. Faremo le barricate per tutelare la salute”. Ebbene sì, l’ha scritto davvero: Zingaretti ha proprio una gran faccia tosta a farsi paladino del diritto alla salute dopo il disastro che ha compiuto come commissario alla sanità del Lazio. Purtroppo per lui la scure dei tagli che portano la sua firma non può essere dimenticata dai cittadini grazie a un tweet: la drammatica condizione degli ospedali e l’inefficienza dei servizi è sotto gli occhi di tutti gli abitanti del Lazio, che ne pagano sulla propria pelle le conseguenze». e poco più avanti: «Zingaretti come commissario straordinario nel Lazio ha realizzato uno straordinario insuccesso, un clamoroso fallimento che continuerà a pesare drammaticamente sui cittadini. Eppure qualcosa il nuovo segretario Pd l’ha fatto davvero: mentre da una parte dava il colpo mortale alla sanità pubblica, dall’altra rimpolpava quella privata. Nel 2015 ha dato oltre 336milioni al Gemelli (ospedale privato), aumentati nel 2018 a più di 405 milioni. E sempre nel 2018 ha convenzionato quasi 200 posti letto al Bambin Gesù, lasciando in situazioni disastrose i reparti di pediatria di ospedali pubblici. Insomma, di quali barricate parla ora il segretario del Pd? Forse quelle che lui ha eretto per il privato, che, purtroppo, non tutti i cittadini possono permettersi? Parlando di sanità c’era solo una cosa doveva fare Zingaretti: rimanere in silenzio. E neanche questa volta gli è riuscito».
  5.  23 maggioPensioni. «Siamo all’assurdo. Il segretario di un partito che ha votato la Legge Fornero nel 2012 si permette di attaccare il MoVimento sulle pensioni, accusandoci in un tweet delirante di averle tagliate a 6 milioni di italiani. Èesattamente il contrario: è nella Legge di Bilancio approvata a fine 2018 abbiamo infatti aumentato la percentuale di rivalutazione delle pensioni fino a 9 volte il trattamento minimo. Significa che fino a 1.500 euro lordi le pensioni aumenteranno esattamente quanto il costo della vita (rivalutazione al 100%) e fino ai 4.500 euro lordi si rivaluteranno più di quanto avrebbero fatto se al governo ci fosse ancora il Pd»… E ancora: «Facciamo chiarezza una volta per tutte. Fu il governo Letta ad approvare nel 2014 un meccanismo di rivalutazione a cinque scaglioni, dopo che la Corte Costituzionale aveva bocciato il precedente schema del governo Monti. Renzi prorogò fino al 31 dicembre 2018 il meccanismo di Letta, mentre con la Manovra di quest’anno siamo intervenuti noi, aumentando la percentuale di rivalutazione applicata dai governi del Pd»… «Zingaretti poi dimentica qualche altro dettaglio: il nostro è stato il primo governo dopo tanti anni ad aumentare gli assegni più bassi. Grazie alla Pensione di Cittadinanza stiamo mettendo fine all’odioso fenomeno dei pensionati in povertà. Con Quota 100, inoltre, abbiamo smontato il primo pezzo di Legge Fornero garantendo a chi ha lavorato 38 anni e ne ha almeno 62 di età di andare in pensione molto prima. Un principio di giustizia sociale che libera posti di lavoro per i giovani. Il segretario del Partito Democratico prima di lanciare accuse senza fondamento guardi in casa sua, dove il tesoriere che lui ha nominato, Luigi Zanda, ha presentato due proposte di legge: una per aumentare gli stipendi dei parlamentari e reintrodurre i vitalizi, che ha ritirato solo grazie alla nostra denuncia, e una per reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti. Con che faccia Zingaretti, che ormai è diventato il garante dei privilegi e il tutore della Casta, ora viene a farci la morale? Magari è solo preoccupato per il taglio alla pensione d’oro del suo nuovo amico Cirino Pomicino, che ha promesso di portargli un po’ di voti alle Europee»…
  6. 6 maggio. Ancora su Zingaretti difensore dei privilegi della casta. «Il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ha gettato finalmente la maschera. Ha dichiarato: “I parlamentari non guadagnano troppo e, visto che c’è una polemica sull’iniziativa del tesoriere del PD, dico che se le indennità sono troppo basse, alla fine la politica la fanno solo i ricchi”. Ma sì, dai Zingaretti, alziamo tutti gli stipendi dei parlamentari13-14 mila euro al mese sono troppo pochi! Il segretario del Partito Democratico si è palesato per quel che è: il difensore dei privilegi della casta. Evidentemente, Zingaretti sosteneva davvero la vergognosa proposta del suo tesoriere Zanda e l’ha fatta ritirare solo perché lo abbiamo pressato noi davanti all’opinione pubblica, denunciando quella proposta indegna. Non vedevano l’ora di alzarsi lo stipendio a 19 mila euro, di reintrodurre i vitalizi, di mettere le mani nelle tasche degli italiani per gonfiare le loro! Ora capiamo anche il perché del voto al Senato del Partito Democratico contro la nostra legge che taglierà 345 parlamentari con un risparmio per lo Stato di 500 milioni a legislatura!»… Una domanda pericolosamente appesa a una risposta…

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