Strage di Corinaldo, l’ira della Meloni: «Niente sconti a quel branco di bestie»
È nettissima la condanna, via Facebook, di Giorgia Meloni verso i criminali della cosiddetta “banda dello spray al peperoncino” che nel dicembre dello scorso anno causò la strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, nelle Marche, e che costò la vita a sei persone. Dalla leader di Fratelli d’Italia è giunto anche un sincero plauso alle forze dell’ordine che dopo mesi di silenzioso e serrato lavoro hanno assicurato alla giustizia i responsabili di questo evitabilissimo massacro. Proprio sull’esito delle indagini si è soffermato il commento della Meloni. «Dalle intercettazioni – si legge infatti sul suo profilo Fb – emerge una realtà agghiacciante fatta da un branco di bestie senza scrupoli e senza coscienza che causavano volontariamente caos nelle zone affollate per compiere rapine. Alternavano risate a battute, fieri di quello che avevano fatto, una banda spietata e indifferente al dolore che avevano creato. Ora – è la conclusione della leader di Fdi – questi vigliacchi criminali paghino severamente, senza sconti o attenuanti».
Parole dure anche da Forza Italia
Un «grazie» a magistrati e forze dell’ordine per essere «riusciti ad assicurare alla giustizia i responsabili della strage di Corinaldo», è giunto anche dalla senatrice di Forza Italia, Licia Ronzulli, tra le più strette collaboratrici di Silvio Berlusconi. «Come sempre, la prima forma di prevenzione – ha commentato la parlamentare “azzurra” – è la certezza della pena: chi ha sbagliato è stato preso e deve pagare col carcere i suoi errori. Questo non restituirà i ragazzi uccisi ai loro genitori, ma restituirà loro la fiducia nella giustizia».
Gli impresari: «Corinaldo, tragedia annunciata»
Chi, invece, non si mostra particolarmente sorpreso da quanto accaduto alla Lanterna Azzurra è Maurizio Pasca, presidente dell’Associazione italiana imprese di intrattenimento di ballo e di spettacolo (Silb Fipe) che raggruppa 2.250 proprietari di discoteche in Italia: «Noi – dice – sapevamo già, prima che succedesse la tragedia di Corinaldo, che la banda dello spray era in azione: dall’inizio del 2018 ho iniziato a ricevere le telefonate allarmate dei nostri soci che ci chiedevano cosa dovevano fare per difendersi. Ho detto loro di rivolgersi alle forze dell’ordine. Ma all’inizio ci sono apparse inermi, non riuscivano a risalire ai responsabili di queste continue rapine».