Sanità, l’incredibile vicenda di un dipendente: è sordomuto, lo mettono allo sportello
Assunto come videoterminalista, lavora da tempo all’ufficio protocollo dell’ospedale di Senigallia dove si ritrova anche a svolgere attività di front-office pur essendo sordomuto. È la vicenda kafkiana di un giovane lavoratore dall’Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche Area Vasta 2 presso l’Ospedale di Senigallia che alla fine ha deciso di rivolgersi all’Unione nazionale consumatori e, tramite l’avvocato Corrado Canafoglia, ha richiesto formalmente di essere spostato in un altro ufficio dove non abbia continua relazione con il pubblico. È proprio l’avvocato Canafoglia a rendere nota la storia di ordinaria follia. «Un giovane, assunto dall’Azienda sanitaria unica regionale Marche Area Vasta 2 presso l’Ospedale di Senigallia con la qualifica di operatore tecnico videoterminalista ai sensi della legge 68/1999 – riferisce – è collocato da tempo presso l’ufficio Protocollo dell’Ospedale di Senigallia, ufficio presso il quale è spesso chiamato a svolgere attività di front-office e/o di relazioni con l’utenza. Non ci sarebbe nessun problema, se non fosse che lo stesso è affetto da grave ipoacusia bilaterale congenita, ossia sordomutismo, e tali mansioni risultano inadeguate e gravose per il dipendente, posto che il suo deficit gli rende estremamente complessa ogni relazione con il pubblico», sottolinea il legale dell’Unione nazionale consumatori.
Cosa ancor più paradossale, secondo lo stesso legale è che «dal certificato di idoneità rilasciato proprio dall’Asur Marche Area Vasta 2» emerge «l’idoneità del lavoratore alla mansione per la quale è assunto», ossia «videoterminalista con l’espressa prescrizione di non adibirlo ad attività di front -office e/o di relazioni con il pubblico». Come fa sapere il legale, il lavoratore «ha chiesto all’Azienda di esser spostato ad altro ufficio, per svolgere la mansione per cui è stato assunto, anche nell’ottica di evitare problemi all’utenza che deve relazionarsi con lui al front-office, ma non ha ricevuto alcuna risposta in merito». Per questo del caso si sta ora occupando l’Unione nazionale consumatori. «Il diritto ad un lavoro dignitoso ed all’inclusione di un disabile passa anche tramite la collocazione del dipendente in una mansione confacente alle sue caratteristiche – sottolinea l’avvocato – Può un sordomuto essere addetto ad un front -office e doversi relazionare continuamente con utenti che pongono quesiti e si aspettano risposte?».
«Ma soprattutto – osserva – è possibile che un ufficio dell’Azienda Sanitaria rilasci un certificato, prescrivendo che il giovane non venga adibito ad attività lavorativa con contatti con il pubblico ed un altro ufficio invece lo metta al front office?».