Salvini: “Conte più che un avvocato mi sembrava un pm… ma se ci sono cose da fare la Lega c’è”

20 Ago 2019 18:25 - di Domenico Bruni
ragazzo ucciso a roma

Dopo il suo intervento al Senato, Matteo Salvini ha ribadito i concetti espressi a Palazzo Madama con i giornalisti. E si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. “Se uno è tranquillo perché non teme il voto, può tutto. Fanno la grande ammucchiata? Facciano, facciano”, dice Salvini sull’ipotesi di un’intesa tra dem e M5S. E a proposito delle “accuse” del premier Giuseppe Conte sull’utilizzo dei simboli religiosi, il ministro dell’Interno replica:  “Io non esibisco… posso andare in Aula col rosario della Madonna di Medjugorje senza che qualcuno si offenda e lo ritenga un pericolo per la democrazia? Poi ognuno crede o non crede. Conte mi ha rimproverato? Me lo ricordo con Padre Pio, da Vespa, e ovviamente non mi sono mai permesso di eccepire”.

Salvini poi si dice amareggiato dal risentimento del premier Conte, che non immaginava: “Più che da avvocato del popolo oggi Conte ha parlato da pubblica accusa…”. “Mi è dispiaciuto aver lavorato per un anno a fianco a una persona che ho scoperto che mi ritiene un pericolo pubblico… Non pensavo di avergli dato così tanto fastidio”. E comunque, “la spina si stacca in Parlamento. Se se la auto-stacca il presidente Conte, per carità di Dio… Se il presidente Conte si auto-stacca la spina è una scelta sua. La Lega lascia il margine: vogliam tagliare i parlamentari? Tagliamo. Poi si procede nella maniera più veloce possibile. Se qualcuno si auto-licenzia e da domani è al tavolo con Renzi…”, ha ribadito Salvini.

E tornando alla politica, Salvini ha sottolineato: “Ho detto che son disposto a tagliare i parlamentari e poi si procede al voto nella maniera più veloce possibile, se è fra un mese è fra un mese, se è fra quattro mesi è fra quattro mesi… Certo, se loro staccano la spina e da domani iniziano a dialogare col Pd, vuol dire che c’era già un disegno preordinato. Il dubbio che ci sia qualcuno che da tempo, da settimane se non da mesi, stava lavorando col Partito democratico, visto gli applausi oggi in Aula… è legittimo”, aggiunge il leader della Lega. “Ripeto: stando agli insulti che ho raccolto oggi, evidentemente qualcosa non andava”. Salvini ha concluso con uno spiraglio: “Io l’ho detto oggi in Aula: se ci sono cose da fare, ci sono. Se ci sono cose da disfare…”.

 

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