Rocca di Papa, allarme clandestini: «La Cei li porta qui e loro fuggono»
Come è noto, una cinquantina di clandestini, fra i 116 sbarcati tre giorni fa dalla nave Gregoretti al porto di Augusta, sono stati accolti presso la struttura del Vaticano Mondo Migliore di Rocca di Papa, alle porte di Roma. La stessa che un anno fa ospità tra le proteste dei cittadini i clandestini della nave ong Diciotti. Lo ha fatto sapere la Conferenza Episcopale italiana. In tal modo, la Cei tramite la Caritas Italiana si è “impegnata con proprie risorse professionali ed economiche a corrispondere a una richiesta del ministero dell’Interno alla Chiesa italiana di farsi carico dell’ospitalità, dell’accoglienza e dell’assistenza anche legale di queste persone”, riferiva una nota della Cei. Come già accadde in passato, è stato offerto alloggio in una zona senza chiedere nulla ai cittadini con atto assolutamente unilaterale da parte della Cei. Ogni sei mesi gli abitanti dei Castelli, zona piena di meravigliose strutture di proprietà della chiesa, si trovano a dover affrontare situazioni di questo tipo, pur essendosi detti già contrari a questo tipo di operazioni.
Scabbia e tubercolosi tra le malattie dei clandestini
Poiché i clandestini della nave Diciotti ospiti nellastessa struttura si sono poi dileguati misteriosamente e probabilmente adesso staranno svolgendo attività illegali, la gente non si fide di queste operazioni discutibili, sulle quali peraltri la Cei rifiuta di dare qualsiasi informazione, quasi fosse un segreto di Stato. Per evitare altre fughe in avanti, la coordinatrice locale della Lega Cinzia Botti, rivela il Giornale, chiede garanzie da parte del gestori della struttura. Anche perché ora si aggiunge la preoccupazione che i clandestini possano fuggire ancora, e perché a bordo della nave Gregoretti c’erano 29 persone affette da varie patologie, come la scabbia, tubercolosi, cellulite infettiva. La gente ha paura soprattutto di questo, che le malattie dei clandestini possano contagiare la popolazione. Come accennato e come evidenziato ancora dal Giornale, anche questa decisione è piovuta dall’alto: “Abbiamo appreso la notizia dalla stampa – spiega il vicesindaco Veronica Cimino – e ci siamo subito attivati nei confronti del prefetto e della questura, allo stato attuale siamo pronti e coordinati ma non abbiamo informazioni certe sugli arrivi”. “Non ci siamo mai sottratti a questo genere di attività – insiste il vicesindaco -, però, mi interrogo sull’opportunità di individuare una struttura proprio qui da noi”. Che conclude con un appello alla Cei: “Non si può negare il diritto di asilo – dice – ma, in questo momento, chiediamo ai vescovi di sollevare Rocca di Papa dal compito di accogliere, trovando un’altra struttura”.
(Foto: Comune di Rocca di Papa)