Omicidio Diabolik: esecuzione mafiosa, si segue la pista di un clan straniero
Era in attesa di qualcuno che gli aveva dato un appuntamento Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, freddato ieri sera mentre si trovava su una panchina nel parco degli Acquedotti a Roma. Al momento gli inquirenti che indagano sull’omicidio non mettono da parte nessuna pista per quella che appare come un’esecuzione compiuta da un killer esperto, un “professionista”.
Diabolik era tranquillo, all’appuntamento al parco senza la solita “scorta” di amici albanesi al seguito, si fidava della persona che avrebbe dovuto incontrare. Lo conosceva, secondo gli inquirenti che hanno passato al setaccio il cellulare della vittima. Le indagini a 360 gradi non escludono il coinvolgimento della criminalità organizzata, sia italiana che estera. Piscitelli, come spiegano gli inquirenti, era un personaggio che aveva molti affari con vari gruppi anche in realtà straniere. Già nelle scorse ore è stato ascoltato dalla Squadra Mobile l’autista che di solito lo accompagnava a tutti gli appuntamenti, così come anche ieri sera. «Piscitelli aveva molti nemici e molti affari con vari gruppi criminali: un personaggio centrale con addentellati con varie realtà anche albanesi», spiegano gli inquirenti
“Metodo mafioso”: indaga anche la Dda sulla morte di Diabolik
Omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso. A questa ipotesi lavorano gli inquirenti in relazione all’omicidio di Fabrizio Piscitelli, storico capo ultras della Lazio noto come Diabolik, colpito ieri sera alle spalle a distanza ravvicinata nel parco degli Acquedotti a Roma. Il fascicolo sulla morte di Diabolik è affidato ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, coordinata dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino.
Secondo quanto ricostruito, il sicario indossava una tuta da ginnastica, probabilmente per mimetizzarsi tra le persone che a quell’ora corrono nel parco, e ha avvicinato alle spalle Piscitelli che era seduto su una panchina sparando un unico colpo all’altezza dell’orecchio sinistro. Poi è stato visto scappare a piedi su via Lemonia facendo perdere le sue tracce.
In queste ore, al Policinico Tor Vergata, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Piscitelli. Il bossolo del proiettile calibro 7,65 esploso dal killer dall’alto verso il basso è stato trovato dagli agenti della Polizia Scientifica accanto alla testa in un lago di sangue. I risultati saranno disponibili entro 60 giorni.