Milano, 50 immigrati circondano una volante e spezzano le braccia a due agenti
Nuova aggressione di una banda di immigrati a Milano: il gravissimo episodio di intolleranza, raccontato da Milanotoday, è avvenuto al centro di accoglienza straordinaria per “richiedenti asilo” di via Aquila, alla periferia orientale del capoluogo meneghino. Un cinquantina di immigrati, intorno alle 14,30: un’ambulanza è arrivata nel luogo dopo che un immigrato si è sentito male in conseguenza di un incendio scoppiato non si sa come. All’arrivo dei vigili del fuoco che volevano intervenire per salvare il giovane immigrato, improvvisamente gli immigrati hanno iniziato a tirare sassi contro il veicolo dei pompieri. L’equipaggio di una voltante di polizia,che si traovava sul posto, hanno fermato uno dei lanciatori di sassi, ma a questo punto una cinquantina di esagitati, tutti immigrati, hanno circondato l’auto della polizia, mettendola letteralmente in stato d’assedio. Assedio che è terminato solo dopo l’arrivo di altre volanti e di auto dei carabinieri, che hanno poi fermato 7 aggressori, tre gambiani, due senegalesi, un maliano e un ivoriano, tutte nazioni dove non c’è alcuna guerra, per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Otto persone sono in ospedale, il centro di accoglienza è stato chiuso (per l’incendio, non per l’aggressione alle forze dell’ordine) e 45 immigrati sono stati portati altrove.
Dal Sap, sindacato autonomo di polizia, arriva una esplicita condanna dell’aggressione ai due agenti che hanno entrambi un braccio rotto.”Se non si interviene a livello normativo prevedendo ed applicando una pena severa alla condotta criminosa, chiunque in questo Paese potrà speronare una volante, distruggerla, accerchiare uomini in divisa, mandarli in ospedale o peggio, ucciderli. A questo gioco al massacro non ci stiamo”, dichiara Stefano Paoloni, Segretario generale del Sindacato autonomo di Polizia. “Questo è il 94° episodio di violenza che contiamo. Come Sap – prosegue Paoloni – abbiamo iniziato la conta a partire dal mese di giugno. 94 episodi e 183 agenti feriti. In 70 casi su 94, l’aggressore è un cittadino straniero che tenta di eludere un controllo o è sotto effetto di stupefacenti.È la conta dei nostri feriti che non interessa a nessuno ma interessa a noi e alle nostre famiglie. Anche un poliziotto ha il sacrosanto diritto di tornare a casa sano e salvo e a chi dice che questo è il nostro lavoro, rispondiamo che l’aver scelto un lavoro rischioso non legittima la violenza gratuita nei nostri confronti”.
SOLO UNA SOLUZIONE: ARMI IN PUGNO QUANDO DISCREZIONALMENTE LE FORZE DELL’ORDINE PERCEPISCONO UN PERICOLO. NIENT’ALTRO
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