Lega, volti scuri e rabbia: «Ora capiamo tante cose…». E temono il trappolone

22 Ago 2019 9:30 - di Paolo Sturaro
Salvini

I sondaggi passano di mano in mano. Sono buoni, «il vantaggio è solido». Per adesso però c’è poco da rallegrarsi perché il voto si allontana. La Lega spera che le elezioni ci siano ad ottobre, ma anche novembre andrebbero bene. Allo stato attuale sembra una illusione. Tra i parlamentari in molti sono convinti che le sirene estive che danno per vicino l’accordo di governo tra l’ex alleato Di Maio e il Pd, per il nuovo governo, siano veritiere. E allora è quasi una riedizione della politica dei pop-corn. Una politica di renziana memoria, che diventa, improvvisamente il futuro prossimo della Lega.

La sostituzione del verde con il rosso

L’ipotesi di un governo M5S-Pd dai leghisti oggi «è data per molto probabile, di sicuro in costruzione». Se l’analisi, tra gli uomini di Salvini, diverge sui tempi, però va detto che tanti ex lumbard ormai non nutrono tanti dubbi sul fatto che la parte verde del governo, cioè la loro, a breve sarà rimpiazzata dal rosso dem e da chi darà la sua disponibilità per un nuovo governo. «Vedremo quello che faranno, i danni che potranno fare», spiega senza mezzi termini un deputato.

Durante l’incontro dei parlamentari del Carroccio con Salvini sull’ipotesi di un governo Ursula, lanciata da Romano Prodi, il ragionamento, condiviso anche dal leader, sarebbe stato di dire «fanno l’inciucio, allora vediamo cosa può fare un governo nato solo per essere contro di noi». «Per me è da tempo che si erano accordati, ora vedremo quello che faranno», dice un deputato vicino ai vertici.

Un altro leghista prevede un periodo di opposizione «ma ci sarà tanto da fare». Tanti. pur non volendo fare dietrologie, ripetono le parole del leader che ha detto come «ora mi spiego i tanti no delle ultime settimane». Salvini confida sulla saggezza del capo dello Stato («il presidente della Repubblica ha il quadro della situazione e la sensibilità per decidere qual è il bene degli italiani ma prima si vota e prima c’è un governo meglio è per gli italiani»). Ma tra i suoi pochi pensano che dal Colle si possa dire no a una maggioranza messa nero su bianco.

Commenti

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  • maurizio pinna 22 Agosto 2019

    Una premessa Direttore perchè gli Andreotti nascono solo dall’altra parte? Detto ciò le giustificazioni di Salvini non mi convincono, anzi mi convincono che ha dei grossi limiti nella capacità di gestire la politica. Gli dicevano sempre no, ebbene anche lui avrebbe potuto dire no a loro, costringerli magari a farsi votare certe leggi dai compagni e snidarli. Troppo difficile? Beh in tale caso potrebbe rimanere una macchina da voti ma cedere il passo in qualcosa a qualche altro leghista non penso che siano tutti imbranati come i 5*.