L’Anpi scomoda il fantasma del Duce per attaccare Salvini: come Mussolini, chiede “pieni poteri”

18 Ago 2019 20:02 - di Redazione

L’Anpi torna alla carica: e ancora una volta il solito plotone di ex partigiani torna a rievocare il fantasma di Mussolini per agitare gli ormai logori spauracchi contro Matteo Salvini in un cartello appeso di fronte il municipio di Massa Lombarda. La denuncia arriva direttamente dal segretario della Lega in Romagna Jacopo Morrone, che sulla suo profilo Facebook ha postato la foto del manifesto affisso dagli ex partigiani del luogo. «Un atto di puro odio e di discriminazione politica che la dice lunga sul livello di intolleranza raggiunto dai vertici Anpi», ha commentato l’esponente locale del Carroccio commentando quanto accaduto nel comune in provincia di Ravenna e ripreso dal sito de Il Giornale.

Salvini come Mussolini: la logora offensiva dell’Anpi di Massa Lombarda

Dunque, ancora una volta il vicepremier e ministro dell’Interno viene accomunato al Duce, stavolta in virtù di una sua affermazione prontamente sottolineata e rilanciata in negativo dagli ex partigiani sempre pronti a sbandierare il vessillo del terrore di un ritorno del fascismo. Tutto nasce dalle parole usate da Salvini nei giorni della crisi di governo quando, rivolgendosi agli italiani per invitarli a tornare alle urne e sostenere la rottura dell’asse giallo-verde, il vicepremier ha asserito la necessità di poter avere «pieni poteri» per proseguire sulla linea dettata dalla Lega e osteggiata dagli alleati grillini oltre che dalle opposizioni. Per poter mantenere le promesse fatte agli elettori in campagna elettorale, promesse rimaste irrealizzate a fronte dei numerosi niet opposti dai cinque stelle, Salvini ha invocato “pieni poteri” appunto e da lì è partita l’offensiva dell’Anpi che, come è suo costume, ha gridato allo scandalo chiamando a raccolta gli animi antifascisti del posto. E così, profetizzando scenari da ritorno del ventennio, gli indefessi ex partigiani hanno subito scatenato una tempesta in un bicchier d’acqua culminata nell’affissione di ieri a Massa Lombarda. «Entrambi chiedono “pieni poteri”, uno nel 1922, l’altro nel 2019», ha denunciato l’Anpi, corredando il cartello incriminato con le immagini di Mussolini e di Salvini.

La denuncia del leghista Jacopo Morrone, la flebile replica dell’Anpi

Immediata la denuncia di Morrone che, indignato, al Resto del carlino – poi ripreso dal sito del quotidiano milanese diretto da Sallusti – ha affidato la sua reazione risentita: «Questa è l’Anpi di Massa Lombarda (Ravenna), che tristezza infinita! Spero in una “svista” del Sindaco, che contatterò immediatamente per far rimuovere questa plancia, posizionata tutt’ora di fronte all’ingresso del Comune». E ancora: «Un atto di puro odio e di discriminazione politica che la dice lunga sul livello di intolleranza raggiunto dai vertici Anpi che usano l’associazione come cassa di risonanza di una cultura politica tutt’altro che democratica e liberale», ha quindi aggiunto il politico del Carroccio, che poi ha concluso rilevando come «utilizzare le obsolete armi della demonizzazione, della delegittimazione e perfino della deumanizzazione per abbattere l’avversario politico fa emergere l’evidente fil rouge che collega certi ambienti politici alle tecniche utilizzate dai regimi dittatoriali, in primis quello di sovietica memoria. Disinformazione, travisamento di frasi estrapolate da contesti diversi per dimostrare teorie farlocche e prive di fondamento ma funzionali all’obiettivo di negare agli avversari politici, in questo caso il leader della Lega, il diritto a partecipare al governo di una nazione, trasformandoli in nemici totali, per un’inventata incompatibilità con i valori repubblicani. Credo che sia giunto il momento di mettere la parola fine a questa deriva di travisamento dei fatti e della storia, se necessario anche attraverso le vie giudiziarie». L’Anpi, di fronte a tali e tante recriminiazioni ha dimostrato il vuoto etico e la mancanza di appiglio politico culturale della sua stessa offensiva, limitandosi a replicare con Ivano Artioli, presidente di Anpi Ravenna che, incassata la solidarietà del segretario Pd di Ravenna, Alessandro Barattoni, prima a negato un qualsivioglia passo falso da parte degli ex partigiani autori dell’invettiva, poi ha dichiarato: «L’Anpi massese ha preso due frasi, dette davvero. Siamo una democrazia parlamentare a sovranità popolare e il diritto di espressione non deve mai essere negato». Intanto, però, il cartello è stato opportunamente rimosso dagli uomini dell’Arma.

La foto presa dal profilo Facebook di Jacopo Morrone

Commenti

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  • Francesco Ciccarelli 18 Agosto 2019

    Agitano lo spauracchio del Fascismo perché amano tutto questo schifo di clandestini, efebi, milionari speculatori e pervertiti come Soros ed Epstein.