L’addio a Diabolik: i funerali di Piscitelli tra cori, bandiere della Lazio e tensioni
Momenti di tensione per l’ultimo saluto a Fabrizio Piscitelli, l’ultras della Lazio ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto scorso nel parco degli Acquedotti a Roma. Il funerale s’è svolto al Divino Amore tra la commozione generale di parenti e amici. Affranta dal dolore la moglie ha avuto un malore per cui è intervenuta un’ambulanza. Particolarmente toccante il momento in cui il padre ha baciato la bara, ma per dire addio a Diabolik sono arrivati da tutta Italia. Tifosi della Lazio ma anche interisti, milanisti e veronesi della Hellas insieme nel piazzale ai piedi del santuario. Al suo arrivo, in un blindatissimo santuario, il feretro di Diabolik è stato accolto da un lungo applauso. “Da veri laziali battiamo le mani” è stato il coro intonato davanti al carro funebre. Alcuni tifosi hanno fatto il saluto romano. Davanti alla bara una grande bandiera nera, con la scritta rossa Diablo e il disegno degli occhi del personaggio dei fumetti. La stessa immagine è raffigurata sulle magliette che indossano la gran parte dei tifosi venuti per dare l’ultimo saluto al leader degli ‘Irriducibili’. Negato invece dalle disposizioni delle forze dell’ordine l’ultimo omaggio degli Irriducibili a Diabolik. Il feretro di Piscitelli, che, secondo gli accordi, sarebbe dovuto rimanere fermo tre minuti nel piazzale davanti al Divino amore per consentire ad amici e tifosi di dare l’addio al compagno di curva, è stato invece immediatamente portato via, scortato dalla polizia. Contro le forze dell’ordine si sono levate le urla della moglie e della figlia di Piscitelli, mentre, tra qualche saluto romano, dalla piazza si alzava il coro “Fabrizio, Fabrizio”.