La sfida dei simboli religiosi, Salvini bacia il rosario e attacca Conte: me lo ricordo con Padre Pio da Vespa

20 Ago 2019 17:56 - di Redazione

Uno degli affondi di Giuseppe Conte contro Matteo Salvini ha riguardato i simboli religiosi: non si affiancano agli slogan, ha bacchettato il presidente del Consiglio. Ma proprio mentre Conte pronunciava queste parole Salvini ha tirato fuori il rosario dalla tasca per baciarlo.

È stato solo uno dei momenti che hanno contrassegnato la disfida al Senato che è stata anche religiosa e non solo politica. Subito dopo Salvini ha replicato: “Io mi ricordo Conte con Padre Pio da Vespa…”. In effetti in quell’occasione Conte esibì il santino di Padre Pio, beccandosi le critiche feroci del fronte progressista. E anche quando Di Maio definì medievale il congresso delle famiglie di Verona l’episodio del santino di Padre Pio venne dimenticato, così come è dimenticato ora che Conte è stato promosso statista laico. Del resto il premier Conte, che si è di fatto candidato con un fumoso programma esposto in Senato, a guidare un nuovo esecutivo senza la Lega, ha voluto con la sua arringa anti-Salvini ingraziarsi quelle gerarchie vaticane che sul rosario di Salvini erano state molto severe. A sua volta Salvini ha citato Giovanni Paolo II: “Voi citerete Saviano, io cito San Giovanni Paolo II, a ciascuno il suo…”.

Ma l’irruzione della religiosità non si è esaurita nel battibecco tra Salvini e Conte. Anche Matteo Renzi ci ha messo del suo, citando i versi del Vangelo in cui Gesù esorta alla carità verso gli affamati e agli assetati. Un modo, secondo Renzi, per denunciare il clima d’odio contro gli stranieri di cui la Lega sarebbe responsabile secondo la vulgata dem. E così il laicissimo Senato si è piegato alla sovrastruttura del sacro.  Tutta colpa del rosario di Salvini… Se ne è lamentato il senatore Nencini (misto Psi): indecenti, secondo lui, le vocazioni e le invocazioni.

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