La faccia tosta di Gozi: si fa la foto con Macron e “cinguetta” sul sovranismo

27 Ago 2019 17:09 - di Michele Pezza
Gozi FdI

Gongola Sandro Gozi. Come un bambino in un giorno di festa. A buon diritto: è il giorno in cui Emmanuel Macron lo ha ricevuto all’Eliseo con l’intera delegazione di Renew Europe, il gruppo di diretta ispirazione presidenziale all’europarlamento di Strasburgo. Ne fa parte anche Gozi, finito al centro di recenti polemiche in Italia per aver accettato l’incarico nel governo francese di responsabile per gli Affari europei dopo essere stato sottosegretario di Renzi e Gentiloni.

Gozi è stato eletto a Strasburgo in liste francesi

Un caso raro se non unico di doppia appartenenza governativa che – se ne può stare certi – a parti invertite avrebbe scatenato Oltralpe reazioni ben più  consistenti di quelle registrate qui da noi grazie soprattutto ai parlamentari di Fratelli d’Italia, i primi a porre la questione. Ovviamente, il tutto è stato presto derubricato a vicenda minore posta per altro dai soliti nazionalisti retrogradi. E così oggi Gozi può postare su twitter la photopportunity scattata nei saloni del palazzo presidenziale e cinguettare con malriposto orgoglio: «Oggi all’Eliseo con Macron e la delegazione di Renew Europe per un’Europa sovrana e che riprenda il controllo».

Ha rinnegato il suo passato missino

Ci vuole una bella faccia tosta a parlare di sovranità europea dopo aver fatto strame di quella italiana accettando di andare a trattare dossier per conto di una nazione straniera. Che ne avesse da vendere, del resto, lo aveva già fatto capire quando si è letteralmente arrampicato sugli specchi per giustificare un’altra foto, quella che lo ritraeva, giovanissimo, a fianco di Giorgio Almirante. Sarebbe bastato ammetterlo e archiviare tutto alla stregua di un’infatuazione adolescenziale. Invece si è arrampicando sugli specchi incespicando su date, periodi e rinnovi di tessere fino a dire che nel Msi c’era stato sì, ma a sua insaputa. Meno male: aver politicamente allevato uno così, non ce lo saremmo mai perdonato.

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