Italiani travolti dalle tasse, le cifre lo provano. E sulla casa la bomba dei rincari Imu

3 Ago 2019 12:33 - di Redazione

Annus horribilis il 2018. Ne sanno qualcosa gli italiani che hanno pagato 33,4 miliardi di euro di tasse in più rispetto all’ammontare complessivo medio versato dai cittadini dell’Ue. Un differenziale che “pesa” quasi 2 punti di Pil. In termini pro capite, invece, sono stati 552 gli euro che abbiamo corrisposto in più al fisco rispetto alla media dei cittadini europei. A fare i conti è la Cgia di Mestre che ha comparato la pressione fiscale dei 28 Paesi dell’Ue e successivamente, calcolato il gap esistente tra l’Italia e ciascun Paese appartenente all’Unione.

Studio della Cgie: solo i francesi peggio di noi

Se avessimo la pressione fiscale della Germania, verseremmo infatti – secondo la Cgie – 24,6 miliardi di tasse in meno, pari a 407 euro pro capite, dell’Olanda 56,2 (930 euro pro capite), del Regno Unito 114,2 (1.888 euro pro capite) e della Spagna 119,5 (1.975 euro pro capite). Solo Francia, Belgio, Danimarca, Svezia, Austria e Finlandia invece hanno pagato mediamente più tasse di noi nel 2018. La vera “sorpresa” è Parigi: ogni cittadino d’Oltralpe ha versato al fisco 1.830 euro in più rispetto a noi. In termini assoluti il divario fiscale è a noi favorevole e ammonta a 110,7 miliardi di euro. La Cgie scarta la flat tax. Soprattutto, è fermamente contraria al possibile aumento selettivo dell‘Iva dal momento che l’operazione favorirebbe sì le esportazioni, ma penalizzerebbe però i consumi interni. E a pagare il conto – avverte l’ufficio studi – «non sarebbero solo le famiglie, ma anche gli artigiani, i piccoli commercianti e i lavoratori autonomi che vivono quasi esclusivamente di domanda interna».

Imu: 566 Comuni pronti ad aumentare le aliquote

L’altro fronte caldo è la casa con i relativi aumenti dell’Imu, l’imposta sugli immobili. Uno studio questa volta non è della Cgie ma della Uil che ha “mappato” 215 Comuni italiani. Tra le città che risentiranno dei rincari ci sono Torino, La Spezia, Pordenone ed Avellino. In quest’ultima città, l’aliquota per le seconde case sale dal 10,5 per mille al 10,6 per mille; a Torino schizza in alto l’aliquota sulle case affittate a canone concordato: dal 5,75 per mille al 7,08, mentre quella a canone libero dall’8,6 per mille al 9,6; lo stesso a La Spezia, dove l’aliquota sale dal 4,6 per mille al 6. In totale, su 4.078 Comuni, sono 566 quelli che hanno comunicato al ministero la scelta di aumentare le aliquote. Stangate in arrivo dunque su Mantova, Rimini, Barletta, Avellino, Trapani, Lecce e Carrara.

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