Il Parlamento vuole la verità su Bologna. E non più depistaggi e segreti di Stato

2 Ago 2019 6:00 - di Francesco Storace
Strage di Bologna: quel giorno c'era una misteriosa donna con un passaporto cileno falso che alloggiava proprio in un albergo lì di fronte alla stazione

Fra un anno ne saranno trascorsi 40 dalla strage alla stazione di Bologna. L’emozione prese alla gola, con un dolore immenso, tutta Italia. Eppure, venne data in pasto alla pubblica opinione la “pista nera”. Fu un periodo terribile per chi militava a destra. L’indice contro una comunità. I “colpevoli”. Il “processo”. Le “sentenze”. Si scatenò la caccia all’uomo. 40 anni dopo conosceremo la verità?

Tutto quello che è accaduto ufficialmente sembra messo coraggiosamente in discussione dalla gran parte delle forze politiche del Parlamento. Lega e Cinquestelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia: ci sono le firme di loro rappresentanti per una commissione d’inchiesta vera. Con poteri reali. Vengono i brividi alla schiena alla lettura di quel che si racconta e che troppo presto è stato cestinato dalla magistratura: tutto deve avere risposta. Certezza e diritto. Non vendetta e propaganda politica.

La verità va ancora cercata

Sapere che cosa è successo in quella “interminabile notte di depistaggio e segreti di Stato”, per dirla con il deputato di Fdi Federico Mollicone. Lui e Paola Frassinetti hanno messo attorno a un tavolo tutti quelli che hanno qualcosa da dire sulla strage e sul non detto delle inchieste. Ed è impressionante la mole di dubbi che si accavallano.

Onore alla vittime anche oggi, trentanove anni dopo quell’eccidio, ma la verità va ancora cercata. E senza strumentalizzazioni di parte.

Dice Gasparri che esistono documenti – che lui e Carlo Giovanardi hanno visionato – “connessi alla storia delle Br e dei rapporti che ebbero con le realtà mediorientali”. Troppi presidenti del Consiglio hanno opposto, ancorché sollecitati, il segreto di Stato. Lo farà anche Conte? Il premier di un governo che si intesta il cambiamento dovrebbe avvertire il dovere morale della conoscenza reale di quella tragedia e delle responsabilità esistenti. Lo faccia.

Un pezzo di storia ancora inesplorato

Il Copasir – che è il comitato parlamentare che controlla i Servizi – ha convenuto, su sollecitazione di Adolfo Urso, di chiedere gli atti inerenti la strage di Bologna. Sono ancora classificati come riservatissimi. Possono, quindi, essere letti dai componenti di Copasir, ma in alcuna forma trascritti e riferiti. Il che vuol dire che lì dentro c’è un drammatico pezzo di storia Patria ancora inesplorato dai più. Il silenzio diventa ogni giorno di più inaccettabile.

Chi ha messo la bomba alla stazione di Bologna? Perché c’è ancora la cappa del silenzio rispetto ad altre verità emerse nel corso degli anni? La larga maggioranza delle forze parlamentari – quasi l’80 per cento, solo Pd ed estrema sinistra sembrano temere l’accertamento reale dei fatti – vuole che si indaghi a fondo. Ci furono presenze in città, quel 2 agosto 1980, che non avrebbe dovuto esserci. Terroristi stranieri. E poi, quella perizia appena resa nota al processo Cavallini, con nuove ombre su potenze estere interessate a strangolare l’Italia nei giochi di potere internazionale che si abbattevano su di noi. C’erano, a Bologna, anche brigatisti rossi. Ma si è cercata a tutti i costi solo la “pista nera”. Ora, se si va fino in fondo, la verità può essere finalmente scoperchiata.

Con tutte le responsabilità del caso, costi quel che costi. Il popolo italiano ha diritto di sapere chi ha macchiato con quel sangue la sua storia.

Commenti

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  • straystudio 3 Agosto 2019

    Se lasci un bagaglio in stazione piena di gente e te ne vai … sei notato.
    Se la lasci alle cinque del mattino quando non c’è nessuno, poi però viene notata o addirittura il personale la rimuove come oggetto smarrito; ma non sono emerse testimonianze in tal senso. Ne’ che la presenza di un bagaglio giacente e sospetto sia stata notata già ora prima.
    Quindi l’ ordigno è arrivato quando ormai stava per scoppiare, ma bisogna abbandonare l’ idea dell’ attentatore che “lo molla” sul tavolo e se ne va’, neppure se trasportatore inconsapevole: identificabile, può far risalire a.
    E neppure nel caso improbabile di attentatore suicida o trasportatore inconsapevole destinato ad esplodere, perché non è certo che nell’ esplosione ravvicinata si dissolvano: se della Fresu è stata ritrovata solo una guancia, l’ ottico Priore pure in prossimità è addirittura sopravvissuto (morirà ad Ottobre), il “rischio” di poter risalire a qualcuno rimane; tanto più che questi ancora in vita potevano essere notati, ne’ si potevano esattamente prevedere imprevisti, movimenti, ecc.
    QUINDI QUELLA CREDUTA, DELL’ ATTENTATORE CHE SEMPLICEMENTE ARRIVA LI’ CON VALIGIA-BOMBA ***CON TUTTE LE EVIDENTI INCERTEZZE*** NON E’ UNA MODALITA’ CONSONA AD UN ATTENTATORE CHE DA TEMPO LA STA FACENDO FRANCA CON LE BOMBE SUI TRENI !

  • an 3 Agosto 2019

    per quale motivo lo Stato ha segretato una strage? la puzza arriva al 13cesimo piano

  • Angelo Paratico 2 Agosto 2019

    Vi siete dimenticati il ritrovamento dell’ooturatore usato da terroristi mediorientali ritrovato fra i resti delle macerie…Cossiga aveva ragione.

  • Ben Frank 2 Agosto 2019

    Una verità già la si conosce: i fantomatici “terroristi neri” non c’entrano una beneamata mazza! La bomba fu il risultato di collusioni tra servizi segreti badogliani, politici in conto paga di governi stranieri, terrorismo internazionale rosso e palestinese. Ma cui prodest raccontarla questa verità? Di certo non a coloro che, per decenni, ci hanno spekulato politikamente, né a certe associazioni di parenti-vittime e la sempiterna, se pure ormai marciscente, anpi (per di più anti-ebraica, per cui filo-palestinese), che da quarant’anni sopra i cadaveri delle vittime ci mangiano a quattro ganasce e senza ritegno alcuno! Questa repubblichetta nata l’8 settembre del ’43 si fonda sulla menzogna, altro che sul lavoro, che semmai è solo quello sporco!

  • Roberto Modiano 2 Agosto 2019

    La pista del terrorista palestinese è stata sempre nascosta cioè i palestinesi stavano per commettere un attentato in Italia ma la trascuratezza con la quale è stata trasportato l’esplosivo ha provocato la sua spontanea esplosione avvenuta nella stazione di Bologna proprio nella valigia che serviva agli attentatori per trasportare l’esplosivo in modo non adeguato. Roba primitiva da palestinesi incompetente che i governi di sinistra hanno strumentalizzato per incolpare la destra italiana dal dopo guerra in poi! Intanto gli accusati sono in carcere. Chi sa che qualche governo italiano avrà il coraggio di svelare la verità?