Il M5S alza l’asticella e evoca il voto su Rousseau. L’ira del Pd: non abusate della nostra pazienza
Non solo Luigi Di Maio, in lotta per la sua personale sopravvivenza politica, ha minacciato di far saltare il banco ma arriva anche subito dopo il suo discorso la conferma che il M5S si atterrà al voto della piattaforma Rousseau sull’accordo con il Pd per il governo Conte bis.
“Il voto degli iscritti del Movimento 5 Stelle sulla piattaforma Rousseau conta”. Si legge sul Blog delle Stelle. “Non è un vezzo, ma uno strumento che la nostra comunità politica si è dato per far arrivare nelle istituzioni la voce dei cittadini – si sottolinea – Ricordiamo a chi critica questo strumento che ogni eletto del Movimento, dai Comuni all’Europarlamento passando per Regioni e Camere, è un portavoce di queste istanze. Rousseau conta perché è parte integrante dei nostri processi decisionali”.
Un altro ostacolo sulla strada del governo giallo-rosso, visto che la base grillina è in subbuglio per il cambio di alleanza repentino del Movimento. Allo stupore del Pd per le parole di Di Maio hanno replicato fonti interne al M5S: “Cambio idea? Parlare di ambiente e chiedere un governo pro impresa significa aver cambiato idea? Chiedere di abbassare le tasse significa cambiare idea? Ribadiamo: contano le soluzioni, non le poltrone. E qui il punto è un altro: noi vogliamo cambiare veramente il Paese”.
Per alzare la posta il M5S ha consegnato a Giuseppe Conte una lista di 20 impegni da prendere che si ritengono “imprescindibili”: 1. Taglio del numero dei parlamentari. 2. Una manovra equa: stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa. 3. Cambio di paradigma sull’Ambiente. Un’Italia 100% rinnovabile. 4. Una seria legge sul conflitto di interessi e una riforma del sistema radiotelevisivo. 5. Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il metodo di elezione del Consiglio superiore della Magistratura. 6. Autonomia differenziata e riforma degli enti locali. 7. Legalità: carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. 8. Un piano straordinario di investimenti per il Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti 9. Una riforma del sistema bancario. Serve separare le banche di investimenti da banche commerciali. 10. Tutela dei beni comuni. 11. Politiche di genere in attuazione dei diritti costituzionali della persona 12. Tutela dei minori: revisione del sistema degli affidi e delle adozioni, lotta alla dispersione scolastica e al bullismo 13. Porre fine alla vendita degli armamenti ai Paesi belligeranti 14. Politiche espansive con una quota di investimenti in infrastrutture, in ambiente e in cultura da scomputare dai parametri di Maastricht. 15. Giovani e futuro: innovazione digitale, sviluppo delle imprese e promozione delle eccellenze del Made in Italy 16. Ricerca, università ed alta formazione artistica e musicale 17. Tutela del cittadino: del consumatore, del lavoratore, dell’utente dei servizi 18. Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e riforma del percorso formativo medico 19. Tutela degli animali: misure per garantire il rispetto degli animali. 20. Sostegno ai piani di settore e alle filiere agricole e promozione di pratiche agronomiche e colturali sostenibili e a difesa del suolo.
E se il M5S appare compattissimo nel difendere la posizione assunta da Di Maio, il Pd è passato dallo stupore all’irritazione: “Questa manfrina di minacce e ultimatum è inspiegabile – ha scritto su Twitter il senatore Pd Francesco Bonifazi – Conte chiuda la lista nel weekend e si presenti ai mercati lunedì mattina con un governo di qualità già fatto. Che cosa aspetta ancora?”.
E il vicecapogruppo democratico alla Camera Michele Bordo taglia corto: “Basta tatticismi e diktat. Di maio sta abusando della nostrapazienza. Noi abbiamo detto di essere disponibili per un governo di svolta basato su un nuovo programma condiviso. Se non è possibile meglio tornare a votare”.
Secondo il Pd Di Maio è innervosito perché teme di perdere il controllo e perché ormai da giorni, il segretario Zingaretti ha rinunciato a trattare direttamente con l’omologo pentastellato preferendo guardare direttamente a Conte.
Anche la leader di FdI giudica l’irrigidimento di Di Maio come un espediente per alzare il prezzo: “Di Maio in piena trance agonistica da poltrone: finge un irrigidimento sul governo Conte bis per provare a strappare nella trattativa qualche altro strapuntino”.