I 5S: «Lega incomprensibile». Ma sono pronti a offrire più poltrone (compresa quella di Tria)
La posizione dei leghisti si riassume in poche parole: non vogliono rimpasti, non vogliono governi tecnici, se cade l’esecutivo si va al voto. I Cinquestelle balbettano. Sono frastornati. Travolti dagli eventi. Eppure era già tutto evidente, sia dall’incontro a Palazzo Chigi sia dal comizio di Sabaudia. La nuova (per così dire) presa di posizione li mette all’angolo. E loro fingono di non capire: «La nota della Lega è incomprensibile. Dicano chiaramente cosa vogliono fare. Siano chiari», scrivono i pentastellati in una nota.
Precedentemente un’altra puntualizzazione: «Leggiamo dai giornali di possibili crisi di governo. Il M5S è al lavoro come ogni giorno per il Paese e dunque lo è anche il capo politico, Luigi Di Maio. Chiunque oggi aprisse una crisi di governo, l’8 agosto, si assumerebbe la responsabilità di riportare in Italia un governo tecnico. Sarebbe folle». Nonostante ciò, i toni sono accesi. Non è servito a nulla dire basta agli insulti, c’è sempre qualche grillino che urla. «Salvini dà tempo fino a lunedì?», dice Giancarlo Cancelleri. «Anche questa spocchia da fascistello da bullo da scuola. Vi aspetto fino a lunedì altrimenti… Atrimenti che? Altrimenti ce ne andiamo a casa e vai a casa pure tu e poi se vuoi ti prendi i voti. Perché i sondaggi sono un conto, i voti reali un altro». La voci si rincorrono, le diplomazie dei Cinquestelle e Lega sarebbero al lavoro per trovare una via d’uscita. E questa via d’uscita sembra essere la testa soprattutto di un ministro. E quel ministro si chiama Tria.