Gozi nel ridicolo, scrive un post in francese ma fa un errore grave. Il web lo massacra
Sbagliare un post in francese per Sandro Gozi è un roba da mettersi sotto terra. Allo scandalo sul suo caso si aggiunge il ridicolo, l’imbarazzo. Il francese fu fatale a Sandro Gozi. L’esponente Pd che ha cambiato casacca, fresco di nomina nel gabinetto transalpino come responsabile agli affari europei, ha pubblicato un post in cui ha definito “antidemocratico” il Movimento 5 Stelle. Non è tanto il contenuto, ma il come lo ha scritto e l’effetto ridicolo che si aggiunge alla gravità di un caso che grida vendetta, inimmaginabile in ogni altro paese.
Gozi sbaglia il post in francese
Come spesso fa sui social, Gozi ha scritto il messaggio in italiano e in francese. E infatti Gozi, ormai francese in pectore, candidato alle ultime Europee con En Marche di Macron, ha fatto tutta la campagna elettorale in francese, lingua che conosce molto bene. O almeno così dovrebbe. Ma il ripudio dell’italiano non gli ha detto bene e il suo francese è difettoso. Infatti gozi ha fatto un errore di grammatica grave: “M5S ne sont pas démocratiques: rien à vois avec eux». Tradotto, i 5 Stelle non sono democratici: niente a che vedi con loro. «Vois» è la seconda persona singolare dell’indicativo presente di “vedere”, che si traduce «voir». Chi di francese colpisce…. E già, l’errore non è di poco conto, anzi è imbarazzante per uno che nel 2014, ha ricevuto la Légion d’honnoure, la massima onorificenza conferita dalla Francia ai cittadini stranieri.
Il web lo bastona
Il web non lo perdona e giustamente lo bastona due volte: «Il traditore premiato da Macron non sa neanche scrivere in francese», scrive un utente. «Si scrive “rien à voir” non “vois”. Converrai che la cosa è molto imbarazzante dopo tutto il clamore sulla tua nomina a “mega consulente di Macron”, lo irridono. “Perfetto, bravissimo, un applauso”, twitta un altro. Mentre altri sminuiscono l’errore prendendosela soprattutto altro con lo slogan, “reneaissance” di Gozi, utilizzato dall’esponente dem nella sua campagna elettorale per le Europee di quest’anno. Slogan che fa belle mostra di sé sulla sua immagine di copertina su Facebook. Simbolo di una “francesizzazione” indecorosa.