Galeazzo Bignami dà l’addio a FI ed entra in FdI: «Torno a casa. Ecco perché»

29 Ago 2019 15:24 - di Redazione
Addio a Forza Italia, Galeazzo Bignami “torna a casa”, come dichiara lui stesso, ed entra in Fratelli d’Italia. Il deputato bolognese, lascia gli azzurri e ufficializza il suo passaggio a FdI: un trasferimento che porterà in dote al partito di Giorgia Meloni le oltre 13.000 preferenze riscosse alle regionali del 2010 e decine di eletti in FI – a Bologna e provincia – che, come scrive Il Resto del Carlino in queste ore, «hanno già fatto le valigie, pronti a seguirlo».

Intervista con Galeazzo Bignami: lascia FI ed entra in FdI

Bignami, perché questa decisione?
La linea politica di Forza Italia è sotto gli occhi di tutti. Sempre più autorevoli esponenti, con sempre maggiore frequenza ipotizzano un dialogo con il Pd. Legittimo che loro lo facciano, legittimo che io non sia d’accordo. La mia storia e il mio percorso dicono altro.
Dicono che lei da sempre è di Destra
Lo sono ancor prima di nascere, verrebbe da dire. Mio padre era dirigente del MSI, poi di AN, subì attentati anche gravi, conobbe il carcere per le sue idee e come famiglia direi che abbiamo accettato le conseguenze dell’essere di Destra senza mai indietreggiare o chinare il capo
Un territorio difficile l’Emilia però…
Il mio ingresso in politica fu segnato da alcuni ragazzi della FIGC. Pensavo fossero della Federazione Italiana Gioco Calcio, invece erano Giovani Comunisti.  Mi misero un cartello addosso con scritto “fascista”, un guinzaglio e poi mi facevano girare cosi per il liceo. Quando lo dissi a mio padre e aggiunsi che volevo cambiare scuola, rispose che dovevo rimanere li proprio per quello. Aveva ragione lui.
Avete conosciuto il volto peggiore del PD?
Forse non esiste un volto diverso. Loro sono cosi. E da noi lo dimostrano quotidianamente. Un sistema di potere introflesso in cui l’unico riferimento è l’interesse del partito e degli apparati, escludendo energie positive e sane che esistono e vengono penalizzate solo perché non sono omologate.
Nonostante il peso opprimente del Pd lei però fu il più votato a Bologna, battendo anche i candidati di sinistra. Migliaia e migliaia di preferenze. Come ha fatto?
E soprattutto ho battuto i candidati del Pd nelle zone rosse! La Bolognina, il Pilastro, la Barca… zone di periferia, dove abbiamo dato riscontro alle tante persone più deboli e fragili che ci chiedevano aiuto e che non trovavano più nelle sinistre un interlocutore. E lo hanno trovato in noi.
Quindi FdI è il suo approdo naturale?
Non solo. Giorgia Meloni e FdI hanno avuto una linea chiara fin dall’inizio della legislatura. Nessun tentennamento verso Pd o M5S, ma solo il centrodestra come progetto e orizzonte politico. L’unica forza che ha mantenuto sempre e comunque questa chiarezza, anche in questa crisi di governo.

Però scelse FI…….
Sono rimasto in FI dopo lo scioglimento del Pdl nato dalla fusione con AN, un progetto che raccolse il consenso di milioni di italiani, accogliendo l’appello del Presidente Berlusconi. Penso avesse titolo per ottenere una risposta positiva visto quello che ha fatto dal 1994.

Lei sino a poche ore fa era il vertice di FI in Regione e uno dei volti nuovi più interessanti di FI. In FdI che incarichi assumerà?
Nessuno. Ringrazio gli amici di FdI che mi hanno proposto da subito un coinvolgimento importante anche a livello organizzativo interno. Ma ritengo giusto non assumere ruoli anche per poter lavorare più sul territorio in vista delle elezioni regionali ormai imminenti.
Si profila un governo giallorosso. E a breve si vota in Emilia Romagna. Pensa che Pd e M5S possano riproporre l’alleanza anche li?
Non escludo più nulla, vista l’oscena giravolta che stanno compiendo. In Emilia Romagna sarebbe allucinante. La Regione di Bibbiano, dove ha fermentato e proliferato quel sistema di potere che per primo fu attaccato da Grillo, che non a caso tenne a Bologna il suo primo vaffaday. Sarebbe una cosa inaccettabile.
Oggi FI con la sua uscita rischia una emorragia importante a Bologna. Si parla di decine e decine di amministratori, dirigenti…
C’è un progetto politico che coinvolge tantissime persone. Mi onora che i tanti amici con cui oggi ho compiuto questo percorso intendano proseguirlo con me. È la testimonianza che quel che ho seminato io e prima di me mio padre qualcosa di buono per la gente lo ha fatto. D’altronde in Emilia non è sicuramente per ragioni di potere che si sta assieme a Destra…
Ed oggi ritrova tanti amici?
Amici con cui mi sono sempre confrontato in questi anni e che ringrazio. Come Giorgia stessa, Giovanni Donzelli, Michele Barcaiuolo ed anche amici di mio padre come La Russa, Foti, Balboni, che mi hanno visto crescere. Si. Ritorno a casa.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Michelangelo grisolia 30 Agosto 2019

    Bravissimo , scelta doverosa e assolutamente condivisibile .