Gad Lerner, Chef Rubio, Muccino: tutti a sgomitare per la Open Arms. Ma quando toccò a Capalbio…

19 Ago 2019 15:26 - di Redazione

I soliti buonisti in forza alla sinistra radical chic devoti dell’accoglienza coatta (ma a casa degli altri) sgomitano gli uni contro gli altri pur di mettersi in vetrina e farsi ammirare per benevolenza e generosità a corrente alternata inveendo con le solite argomentazioni contro Salvini: un mida, per loro, capace di dispensare suo malgrado colate di dorata visibilità social. E così, mentre il ministro dell’interno continua a ribadire un secco no allo sbarco del resto dell’equipaggio della Open Arms in acque italiane, loro insistono – chi con veemenza, chi con sferzante ironia, chi con banali intenti satirici – a chiedere l’approdo della nave della Ong. Fingendo di ignorare, o perseverando a trascurare un dato fondamentale: la posto in gioco nei valzer degli arrivi e degli sbarchi è il ruolo, di potere o di sudditanza, del Belpaese in Europa.

Lerner, Chef Rubio e Muccino: i buonisti col rolex suonano la carica

Insomma, il dilemma è: farsi crocifiggere dalla Ue e rassegnarsi a diventare definitivamente il campo profughi del vecchio continente, come ribadisce ogni volta il ministro Salvini, o provare a far valere la mappa di concessioni, confini, permessi e divieti sanciti in casa nostra? Per non tacere del fatto che, quando si trattò si ricollocare migranti e profughi nell’eden radical chic di Capalbio o nella depandance flegrea della esclusiva Capri, gli stessi guru dell’accoglienza eco e solidale che ora discettano da lussuosi yacht e ville imperiali, si mostrarono pronti a levare scudi e fissare paletti invalicabili a difesa di spiagge, borgo e appartamentini riservati. E che dire di quell’illuminante servizio delle Iene – andato in onda mesi fa ma ciclicamente riproposto sui social – in cui un ardito Filippo Roma proponeva ai vip in passerella il profugo appena sbarcato da ospitare in casa loro? Tutti – a partire proprio dal buon Gabriele Muccino – al microfono del giornalista Mediaset dovettero concedere uno stentato sì a favore di telecamera, salvo poi dileguarsi l’istante dopo e farsi negare al al telefono nei giorni successivi…

Gli appelli e i diktat dei buonisti dem camuffati da Twitter caritatevoli

Eppure oggi, forti della carica suonata dai soliti buonisti dem, tutti, da Gad Lerner a chef Rubio, dalla Boschi a Gabriele Muccino, sulla scia della Litizzetto and co., tutti bacchettano. Tutti seggeriscono ricette miracolose e rimedi last minute. E così, senza nominare né inserire hashtag espliciti, Muccino twitta: «Regaliamogli una margherita con tanti petali da staccare: mi dimetto, non mi dimetto, mi faccio processare, non mi faccio processare. Li faccio scendere, non li faccio scendere, sono forte, non sono forte. Alzo i toni, li abbasso. Mi amano o non m’amano. Essere o non essere», mentre Lerner gli fa eco sullo stesso social, cinguettando: «Il leghista @matteosalvinimi nella tenuta toscana di #DenisVerdini. I big del @Mov5Stelle nella villa maremmana di @beppe_grillo. Sbaglio o sono gli stessi che ce la menano da anni sui #radicalchic di #capalbio? Ci dicano: i domestici erano italiani o immigrati? Quanti #Rolex?». Ma da che pulpito viene la predica? Tra l’altro, altro che prediche e sermoni: questi j’accuse hanno tutto il sapore dell’invettiva accademica, quando non virano direttamente sull’ingiuria (Luciana Litizzetto docet) o sul politiccaly correct più logoro che mai, come Chef Rubio. Il quale ha rivolto poco fa l’ennesimo veemente appello: «Fate attraccare Open Arms subito!». O meglio più che un appello, un diktat che infatti, non a caso, su twitter prosegue: «Come fate – scrive Rubio, linkando la storia della 18enne Hikma, reduce da 3 anni di torture in Libia – a non credere a priori a queste cose disumane? Come potete convincervi delle stronzate che vi raccontate? Come potete odiare così tanto la vita e chi cerca la felicità che voi non potrete mai comprendere?».

 

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