G8 di Genova: arrestato in Francia l’estremista rosso Vecchi, condannato a 13 anni, latitante da 18

11 Ago 2019 12:39 - di Paolo Lami

È finita in Francia, dopo 18 anni di latitanza, la fuga di Vincenzo Vecchi, l’estremista rosso, condannato a 13 anni di carcere in Italia e ricercato dal G8 di Genova nel 2001, che era rimasto l’ultimo latitante.

Vecchi è stato arrestato giovedì in Bretagna, nel Morbihan ed è stato subito portato in carcere.

Vecchi – rivela il quotidiano francese “Le Telegramme” che ha dato, per primo, la notizia dell’arresto citando l’avvocato generale della Procura di Rennes, Pascal Bougy – è stato fermato dalla “Brigata Nazionale per la Ricerca dei fuggitivi” che di è mossa sulla base di due mandati d’arresto europei emessi dalle Procure di Milano e di Genova.

“I mandati d’arresto sono stati emessi in seguito alle condanne penali pronunciate dai Tribunali di queste due città”, ha precisato il magistrato confermando che l’arresto di Vecchi, ricercato dal 2001, è legato a due condanne in relazione alla partecipazione al G8 di Genova nel luglio del 2001.

Vecchi “è stato deferito venerdì alla Corte di Appello di Rennes dove è stato incarcerato” in attesa della sua udienza prevista mercoledì 14 agosto alle 9″, scrive ancora il quotidiano francese.

Un collettivo di attivisti francesi denominato ‘Soutien Vincenzo’ (Sostieni Vincenzo) ha confermato, riferisce sempre il quotidiano bretone, che l’italiano arrestato è Vincenzo Vecchi, che da diversi anni viveva in un comune vicino a Rochefort-en-Terre dove è stato creato questo Collettivo. secondo il quale l’estremista rosso “è stato incarcerato nella prigione di Vezin-le-Coquet vicino a Rennes“.

“Non è membro di nessuna organizzazione politica e aveva scelto di fuggire da questa condanna ingiusta e sproporzionata – sostiene con sfacciataggine il Collettivo – Vive da otto anni nel nostro territorio e si è integrato perfettamente alla vita locale”.

“Ci opponiamo al fatto – aggiungono i complici della sua latitanza che, evidentemente, erano perfettamente a conoscenza delle condanne penali e di quello che aveva combinato a Genova nel 2001 –  che lo Stato francese consegni Vincenzo alle autorità italiane”. Secondo il Collettivo, Vecchi sarebbe stato condannato in Italia per “devastazione e saccheggio” al G8 di Genova.

Il Collettivo, quindi, chiede che non venga estradato in Italia “visto il contesto attuale in Italia”.

Latitante dal luglio del 2012, ultimo condannato per i fatti del G8 di Genova ancora irreperibile, 46 anni e noto esponente dell’area anarco-autonoma milanese, Vecchi, ricorda riferisce la Questura di Milano, era stato condannato con sentenza definitiva della Corte di Cassazione del 13 luglio 2012, alla pena di anni 11 anni e mesi 6 di reclusione per le violenze occorse durante le manifestazioni di piazza del 20 luglio 2001 a Genova, in concomitanza con lo svolgimento del Vertice dei G8.

Nelle giornate del 20 e 21 luglio 2001, travisato e in concorso con altri manifestanti, Vecchidanneggiava, distruggeva e incendiava svariati beni mobili e immobili tra cui alcuni istituti di credito, autovetture e un supermercato, asportandone la merce esposta all’interno. Si contrapponeva con violenza alle forze dell’ordine, inneggiando gli altri manifestanti all’attacco e lanciando bottiglie, sassi e facendo esplodere alcune molotov. Spostava inoltre dalla loro sede cassonetti delle immondizie, rovesciandoli al centro della strada”.

Negli ultimi due mesi l’azione investigativa della polizia italiana si era intensificata anche con l’avvio di intercettazioni di varia natura concesse dalla Procura Generale di Genova; l’analisi delle informazioni relative al latitante, ai suoi vecchi compagni di lotta politica ed alla famiglia, hanno quindi consentito di acquisire numerosi elementi che riconducevano la sua presenza in Francia.

È stata quindi interessata la polizia francese, per il tramite dell’ufficiale di collegamento in servizio presso la Dcpp/Ucigos della polizia italiana che ha assicurato un raccordo investigativo proseguendo le indagini in maniera tale da arrivare all’esatta individuazione del latitante.

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