G7, è un giallo l’arrivo del ministro egli esteri iraniano. Macron: «L’ho invitato io»
Rischia di trasformarsi in una commedia degli equivoci la riunione del G7 in corso a Biarritz, in Francia. E tutto nel segno del rapporto con l’Iran. Prima il giallo del mandato formale al presidente Macron a trattare con Teheran lo spinosissimo dossier del nucleare. Un mandato inizialmente accreditato da fonti vicine all’Eliseo, ma seccamente smentito da Donald Trump e infine derubricato dallo stesso presidente francese nel corso di un’intervista tv «a discussione informale, libera e intensa» con i leader che hanno affrontato varie questioni del pianeta, tra cui l’Iran. In ogni caso, ha precisato Macron, «dalla discussione sono emersi due punti fermi comuni: nessun membro del G7 vuole che l’Iran si doti dell’arma nucleare e tutti siamo impegnati per la stabilità della regione».
Javad Zarif a Biarritz per un vertice franco-iraniano
Il presidente francese aveva appena chiarito l’equivoco quando a Biarritz atterrava l’aereo con a bordo il ministro degli Esteri di Teheran Javad Zarif. Nessun rappresentante dei Paesi del G7 si aspettava di vedere il capo della diplomazia iraniana dal momento che solo venerdì era stato a Parigi per colloqui, definiti «costruttivi» da entrambi gli interlocutori, con lo stesso Macron. Anche in questo caso c’è stato bisogno di una spiegazione ufficiale: la presenza di Zarif a Biarritz non è da collegare al G7 in corso, ma – hanno precisato fonti dell’Eliseo – ad «una riunione franco-iraniana». Lo stesso portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha a sua volta precisato che Zarif è a Biarritz su invito del ministro degli Esteri francese Jean Yves Le Drian e che «non ci saranno negoziati o incontri con la delegazione Usa» al G7.
Sul nucleare di Teheran Macron vuol smarcarsi da Trump
«No comment», è stata invece la laconica risposta con cui Trump ha risposto alla domanda circa l’intenzione di incontrare il capo della diplomazia di Teheran. Comunque sia, è evidente che la presenza di Zarif a Biarritz a soli due giorni di distanza dall’incontro di Parigi con Macron è indicativa del rinnovato protagonismo della Francia in Medio Oriente e della sua volontà di non delegare alla Casa Bianca la complessa trattativa per il nucleare iraniano.