“Fratelli coltelli”, le falle del governo gialloverde in materia economica

2 Ago 2019 11:04 - di Sante Perticaro
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La crescita economica di una comunità nazionale non si identifica solo con la somma delle singole ricchezze individuali e ciò sta a significare che pure il concetto di giustizia economica e di interesse collettivo hanno sempre bisogno di un livello politico che sappia contemperare e mediare le varie singolarità, non di rado distanti tra di esse. Perché si potrebbero, in concreto, ipotizzare principalmente due tipologie di sistema, aventi anche pari efficacia prospettica: la prima è quella che diffonde poco la copertura di spesa sociale per un servizio pubblico lasciando in tasca agli individui una più alta quota percentuale del reddito ricevuto (particolarmente estesa nei paesi anglosassoni, Usa in testa). La seconda (assai presente nei paesi europei, specie mediterranei) è quella che preleva ai singoli -ad opera dello Stato e degli Enti locali- una parte più consistente di reddito, con tutta una serie di tasse e imposte che dovrebbero fronteggiare i costi per differenti sistemi sociali e previdenziali nonché per altre tipologie di servizio pubblico, di cui gode in varia misura tutta la comunità.

Autonomie regionali e “fratelli coltelli”

Nel nostro paese questi temi sono più che mai attuali oggi, nel mentre la maggioranza gialloverde sta affrontando la questione delle autonomie regionali. Sono almeno tre gli ordini di problemi che non hanno fatto concludere alcunché a Palazzo Chigi, nonostante i ben due referendum che in Veneto e in Lombardia hanno chiamato alle urne milioni di elettori. Il primo attiene la quota percentuale di Irpef da destinare a ciascuna Regione; il secondo il fondo di perequazione da inverarsi nel Paese e il terzo la cosiddetta “clausola di salvaguardia”, da attivarsi nel caso di importanti sperequazioni.  In specie si tratta di definire i “costi standard”: cioè la ripartizione -da parte del Ministero della economia- di un fondo perequativo per ristorare le spese sociali, assistenziali e per servizi pubblici, da far spendere in maniera omogenea nella penisola, evitando ogni abuso e spreco. È stata posta pure sul tavolo una ipotesi da “fratelli coltelli” : quella per cui le Regioni più efficienti vedono punire le più dispendiose con una sorta di multa, che animerà un “piatto ricco” che poi sarà ripartito tra tutti i giocatori.

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