Forza Italia, la Carfagna si tira fuori: «Non entro in un comitato di liquidazione»
È allarme rosso in Forza Italia: per un Giovanni Toti che ha sbattuto la porta e tolto il disturbo c’è – incredibile a dirsi – ora una Mara Carfagna che sta pensando seriamente di emularlo. Le sue parole, riversate in una nota, seppur non ancora definitive, non possono tuttavia essere lette e interpretate come distensive: «Apprendo dalla stampa – vi si legge – di un superamento delle decisioni assunte dal presidente Berlusconi il 19 giugno innanzi ai gruppi parlamentari di Forza Italia e dell’insediamento di un coordinamento di presidenza. Coordinamento del quale nessuno mi ha chiesto di far parte e di cui non intendo far parte. È una scelta in direzione esattamente contraria alle intenzioni che mi ha manifestato Berlusconi. Credo che questo sia il modo migliore per uccidere Forza Italia e io non farò parte del comitato di liquidazione».
La Biancofiore d’accordo con la Carfagna
Tuttavia, a far pensare che l’ex-ministro delle Pari opportunità stia giocando una partita tutta sua e per nulla in contrasto con i veri obiettivi del Cavaliere è il soccorso in suo favore della più berlusconiana delle amazzoni, Micaela Biancofiore. Se persino una come la parlamentare altoatesina, seppur confondendo storia e cronaca, tragedia e farsa, si scaglia contro il nuovo coordinamento nazionale, è probabile che tanta fronda sia funzionale agli obiettivi dell‘ex-premier: «Ha ragione Mara Carfagna a non accettare di far parte di un comitato che ha il sapore della ridotta di Salò – dice infatti la Biancofiore -: basta esporsi al ridicolo. A FI – prosegue la deputata – serve normalità, passione, valori e che il presidente Berlusconi eserciti senza amministratori di controllo il suo mandato conferitogli dagli elettori e da vittorie in ogni campo».
Il silenzio di Berlusconi
Tradotte dal politichese, le parole della Carfagna e della Biancofiore suonano sì sfiducia nel nuovo coordinamento nazionale, ma nello stesso tempo sembrano ricalcare il solito schema della assoluta fiducia in Berlusconi. A questo punto, non è da escludere che la sortita delle due parlamentari sia volta ad azzerare il coordinamento appena varato in favore di un ritorno in grande stile di Berlusconi, che per ora tace, liberandolo da ogni tipo di orpello statutario.
Toti e’ andato perche’ ha capito. La Carfagna e’ sulla porta e sta per uscire, quindi possiamo dire che i buoni cervelli ragionano e non si fanno infinocchiare. Ora ci sarebbe da vedere cosa vogliono fare i vecchi pilastri di AN, tutti riciclatisi con il Berlusconi sperando di sopravvivere con dignita’, ma ……. se fossero furbi questo e’ il momento di abbandonare baracca e burattini. Lasciamo perdere il Tajani che stravede per il boss tanto anche se ci sara’ un crollo lui sa come aggrapparsi per non precipitare. Tutto fila, ma quello che non fila e’ che anche nella destra c’e’ sempre chi vuole tutta l’acqua del mulino per se stesso, peccato perche’ ci sono buoni cervelli e se solo fossero un po’ modesti a quest’ora tutte le sinistre sarebbero spacciate per sempre.