Embargo al Venezuela. E Maduro rompe con le opposizioni: “Non saremo mai una colonia gringa”
Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha deciso di interrompere i negoziati con l’opposizione in segno di protesta contro il congelamento dei propri interessi economici negli Stati Uniti disposto dall’amministrazione Trump. «No seremos colonia gringa, ni colonia de nadie». Con questo tweetMaduro ha anche annunciato una manifestazione di piazza contro gli Usa. «Non saremo una colonia americana, nè la colonia di nessuno». Così il presidente venezuelano ha introdotto la manifestazione in programma sabato 10 agosto. «Mi unisco alla Grande Giornata mondiale di protesta questo sabato 10 agosto contro le aggressioni del governo di Donald Trump e in solidarietà con il Venezuela. Non saremo una colonia “gringa” (americana ndr) né la colonia di nessuno. Il nostro Paese rimarrà indipendente. Chiamo l’Unione popolare».
Il Venezuela considerato come l’Iran
Il giorno prima, il presidente Trump ha firmato un ordine con il quale ha congelato gli asset del governo e vieta transazioni con l’esecutivo venezuelano a meno di esplicite eccezioni. E’ la prima volta in 30 anni che gli Stati Uniti impongono misure così stringenti nei confronti di un paese dell’emisfero occidentale. Con l’ordine il Venezuela è messo alla pari con la Corea del Nord, l’Iran, la Siria e Cuba, gli unici paesi a essere sottoposti a misure così stringenti.
La mossa a sorpresa di Maduro
Il presidente venezuelano ha quindi deciso di ritirare la delegazione che avrebbe dovuto partecipare alle riunioni previste per oggi e domani a Barbados nell’ambito di un nuovo round di colloqui con la mediazione della Norvegia. Anche in questo caso il regime di Caracas ha usato i Social network. L’annuncio è arrivato con un tweet del ministro della Comunicazione, Jorge Rodríguez. Una delle motivazioni, ha precisato, è «la grave e brutale aggressione» da parte dell’Amministrazione Trump contro il Venezuela. «Noi venezuelani abbiamo osservato con profonda indignazione il modo in cui il capo dell’opposizione, Juan Guaidó, celebra, promuove e sostiene queste azioni dannose contro la sovranità della nostra nazione e i diritti umani più fondamentali della nostra gente», ha dichiarato il governo in un comunicato diffuso ieri sera. Nella nota si precisa tuttavia di non voler abbandonare del tutto i negoziati, affermando di voler rivedere «i meccanismi di questo processo per garantire che la sua continuazione sia veramente efficace e in armonia con gli interessi delle persone».