Ecco Atomik, vodka di Cernobyl prodotta con grano non radioattivo (forse!)
Ci mancava la vodka Cernobyl. Che si chiama Atomik. E che starebbe per essere messa in produzione. Insomma, sull’onda della fortunata serie Tv sul peggiore disastro nucleare in tempo di pace, alcuni scienziati dell’Università di Portsmouth, in Gran Bretagna, e altri colleghi in Ucraina hanno avuto l’idea di distillare una vodka da grano raccolto in una zona abbandonata nei dintorni della centrale nucleare di Cernobyl, teatro nel 1986 di uno dei più gravi incidenti della storia dello sfruttamento civile dell’energia nucleare. Anche l’acqua usata proviene dalla Zona di esclusione. La vodka Atomik non sarà messa in commercio subito. Per il momento ne è stata prodotta un’unica bottiglia, per valutare gli effetti della contaminazione radioattiva sui raccolti. La buona notizia è che Atomik non è radioattiva, a 33 anni dall’incidente, grazie al processo di distillazione, che riduce le impurità. Anche se “tracce di radioattività sono state misurate nel grano” usato per produrla, hanno commentato i ricercatori in un comunicato diffuso dall’università di Portsmouth nei giorni scorsi. Il programma è quello di mettere in vendita Atomik. A farlo sarà la cooperativa “The Cernobyl Spirit Company”, che donerà il 75 per cento dei profitti agli ucraini che vivono ancora nei dintorni della Zona di esclusione, nella Zona di alienazione dove sono stati costretti a trasferirsi. La produzione, ancora sperimentale, secondo quanto annunciato dalla Bbc, inizierà il prossimo anno.