Diario di una crisi. E’ una domenica di paura… del popolo sovrano
11 Ago 2019 16:50 - di Ignazio La Russa
La domenica dovrebbe essere per i credenti il giorno dedicato a Dio. Per tutti gli altri, al riposo o, al massimo, al Dio pallone. E invece questa domenica sembra destinata ad essere per molti il giorno dedicato alla paura. Paura di fare i conti col popolo sovrano, paura del voto, paura di perdere poltrone, poltroncine e anche sgabelli e strapuntini. Comincia di buon mattino Matteo Renzi che, ci assicura, con i 5Stelle non prenderebbe neanche un caffè ma viste le circostanze, un giro di walzer (uno solo, per carità ) lo potrebbe fare. Anche se il capo del suo partito, Zingaretti, prima che scemi il ricordo di Camilleri, non disdegna le urne in autunno. Ma fa più rumore il ritorno di Grillo nel ruolo in giallo di “ghe pensi mi” che si erge a difensore della casta, di Di Maio, e soprattutto della legislatura che, se si riducesse il numero dei parlamentari, potrebbe sperare di durare (per paura ) 5 anni (o anche di più dichiarando ad esempio guerra a San Marino per far scattare il divieto costituzionale di scioglimento).
Senza contare poi, le voci dei cosiddetti “poteri forti” e dei giornaloni che gridano al pericolo sovranista o, peggio, nazista (quello fascista, abusato, non fa più paura a nessuno). In questo desolante panorama domenicale si inserisce la nota decisamente stonata della senatrice Bernini che anziche’ anticiparci se nella riunione dei capigruppo Forza Italia voterà come il Pd o come Lega e Fdi, preferisce polemizzare con Giorgia Meloni rea di avere detto semplicemente la verità e cioè che pur senza escludere l’accordo anche con Fi, oggi come oggi, Lega e Fratelli d’Italia sono autosufficienti e con programma assai compatibile.
Poi si vedrà. A partire da domani sera. Lunedì.