Di Maio si aggrappa alla zattera dei social per non affogare: il canto del cigno
Di Maio cerca di non affogare. Si aggrappa alla zattera dei social, scrive un lungo post. Deve difendersi in qualche modo, soprattutto dai suoi. Che non gli perdonano niente. Anzi, gli danno addosso perché, secondo loro, l’emorragia dei voti al M5S è colpa sua. La situazione è difficile, sa che deve cedere. È consapevole anche che dovrà dire ai vari Toninelli di turno che è necessario si facciano da parte.
Di Maio cerca un salvagente per restare a galla
Le parole di Di Maio nel post su Facebook sembrano il canto del cigno. «Qualunque sarà la conseguenza noi siamo orgogliosi del nostro No a un’opera come la Torino-Lione, un’opera nata vecchia, di 30 anni fa, senza un futuro. Un’opera che vogliono solo Bruxelles e Macron», scrive. «Tra i Sì, in questo periodo, sentivo sempre dire che l’opera avrebbe creato occupazione. È un approccio curioso e strumentale. Con questo discorso, dunque, dovremmo aprire 10 inceneritori in ogni Comune, discariche, dovremmo trivellare i nostri mari, riportare il nucleare mandando a quel paese un referendum popolare? Oppure dovremmo lasciar lavorare le mafie in santa pace, non combattere gli evasori, non chiudere le coop coinvolte nel business dei migranti? Non dovremmo fare tutto questo perché, forse, crea occupazione? E no, questa non è la nostra visione di futuro!».
Parole ricche di retorica e propaganda
Un’autodifesa che fa acqua da tutte le parti. O meglio, un grido di rassegnazione. Quasi a volersi discolpare. «Già oggi – ricorda Di Maio – si punta su treni capaci di viaggiare sopra i 1000 chilometri all’ora in tubi interrati o su piloni senza violentare la nostra terra, senza consumare il nostro suolo e senza emissioni. Guardate cosa sta accadendo in Siberia: le foreste in fumo rappresentano il boomerang di politiche scellerate e miopi, un boomerang che sbatterà sulla testa dei nostri figli. I cambiamenti climatici in atto sono il frutto delle nostre scelte e le conseguenze sono ferite insanabili. Cosa racconteremo ai ragazzi di domani? Perché è a loro che la terra chiederà conto delle nostre scelte di oggi».
E cerca di vestire di verde i pentastellati
Poi finisce nella retorica. «Abbiamo il dovere storico – avverte il leader M5S – di difendere il nostro ambiente e di guardare avanti, di riempire il futuro di “sì” per noi stessi, per la nostra vita, per i nostri figli e nipoti: le energie pulite, la riconversione energetica che produce posti di lavoro rispettando la natura, cioè rispettando l’umanità. L’ambiente è la nostra stella, perché la vita è la nostra stella. Va conservata, difesa, amata». Il MoVimento 5 Stelle «sul tema ambientale non passerà mai la mano. Abbiamo sospeso noi le trivellazioni, abbiamo messo in campo noi un piano enorme contro il dissesto idrogeologico, abbiamo preso noi provvedimenti per salvare i nostri mari, il Piano per ridurre le emissioni e riconvertire il Paese verso le energie pulite. Molti di questi sono passati. Molti altri sono bloccati… C’è chi pensa alla prossima cambiale e chi deve farsi carico di pensare alla prossima generazione. È una scelta, come ogni cosa. Come lo è la vita. Il MoVimento 5 Stelle questa scelta l’ha presa da tempo. E non vi rinunceremo per nulla al mondo», conclude.