Di Maio senza ritegno: «Salvini, vinci la paura e supera le pressioni di Berlusconi»
Il leader pentastellato Luigi Di Maio è rimasto sorpreso dalla piega che sta prendendo la vicenda politica del suo governo. Spiazzato, disorientato, confuso: niente Sardegna per il vicepremier Di Maio, atteso a Cagliari per un incontro con gli attivisti. Mentre il vicepremier Matteo Salvini invece ha fatto sapere che sono confermate le tappe del tour che lo hanno visto prima a Termoli e nel pomeriggio a Peschici e in serata a Polignano a Mare, per poi proseguire domani in Basilicata e Calabria. Non è previsto che rientri a Roma quindi in serata. Di Maio, però, pur essendo consapevole del crollo grillino nei sondaggi, non rinuncia a ostentare una certa sicurezza: “Nessun problema ad andare al voto. Anzi, dopo quel che è successo ci corriamo alle urne”, ha infatti scritto in un post su Facebook. Ma prima furbescamente il vicepremier pentastellato chiede a Salvini di votare la riduzione dei parlamentari: “Tagliamo 345 poltrone e risparmiamo mezzo miliardo di euro – scrive – . Sono 300 mila euro al giorno in meno. E mettiamo tutto su strade, ospedali, sulla ristrutturazione di immobili abbandonati per dare case a chi ne ha bisogno”. E passa all’attacco, anticipando così quello che probabilmente sarà il leit motiv della prossima campagna elettorale grillina: “Salvini, non è così difficile! Vinci la paura, supera le pressioni di Berlusconi e dei tuoi alleati. Fai un atto di coraggio, se il coraggio di cambiare ce l’hai veramente. E poi decideranno gli italiani con il loro voto”, incalza Di Maio. “Ogni parlamentare – ricorda – di media prende tra i 12 e i 15 mila euro al mese. Praticamente lo stipendio che una persona normale guadagna in un anno. Solo che i comuni mortali devono pagarci sopra pure le tasse, mentre i parlamentari nemmeno quelle. Ci rendiamo conto?”. E conclude: “Io, la prossima volta che devo andare a votare, voglio andare a votare un Parlamento con 345 poltrone in meno. Con 345 maxi-stipendi in meno, con 345 politicanti in meno che ingolfano il Paese. Sono un esercito di privilegiati (a cui noi infatti stavamo anche per tagliare gli stipendi) come non ce l’ha nessuno in Europa. Ecco perché per fare una riforma in Italia, a volte, si impiegano anche anni, aggiunge Di Maio, concludendo “Viva il cambiamento. Quello vero”.