Delitto Cerciello Rega: “Vi spiego perché ho bendato e fotografato Natale Hjorth”
Christian Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, è stato bendato in caserma con i polsi legati dietro la schiena perché «aveva iniziato a tentare di dare testate anche contro il muro e contro i computer». Lo afferma il carabiniere indagato per rivelazione del segreto d’ufficio per aver fotografato Hjorth in caserma nella memoria difensiva che il difensore, l’avvocato Andrea Emilio Falcetta, ha depositato oggi alla Procura ordinaria e a quella militare e in cui il carabiniere chiede di essere sentito in tempi brevi.
La difesa ha spiegato anche il motivo della fotografia scattata e diffusa ad altri colleghi. La foto fu diffusa in una chat privata riservata fra 18 carabinieri «al fine di rassicurare tutti i partecipanti sul fatto che i due responsabili dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega erano stati arrestati e che non si trattava di due magrebini come all’inizio si era detto.
Le indagini per il delitto di Cerciello Rega
«Mentre nella chat whatsapp ancora si rincorrevano notizie inerenti l’effettiva identità dei due autori dell’omicidio, il P. scattò la foto per cui è oggi indagato e la condivise nella chat medesima (sapendola riservata unicamente Carabinieri che avevano trascorso tutta la notte a condividere notizie e indicazioni sui possibili autori “magrebini” del vile attentato) anche e soprattutto – si legge – al fine di rassicurare tutti i partecipanti sul fatto che i due soggetti erano stati arrestati, nonché di far notare che l’informazione inizialmente fornita dal “partner” di Mario era totalmente inesatta.
Chi consegnò la foto nelle mani della stampa?
La foto però poi «è stata inopinatamente consegnata alla stampa da un altro carabiniere, quasi certamente non partecipante alla chat – si legge nella memoria difensiva del maresciallo – che per quanto emerge dalle notizie pubblicate in questi giorni sarebbe stato già individuato dai vertici dell’Arma. Il rischio tuttavia è che la chat sia stata ad oggi già cancellata, e se così fosse la si potrà recuperare unicamente mediante server, dovendosi a tal fine conferire una delega specifica alla Polizia Postale».