Clandestini: se il Muro di confine lo costruiscono gli africani, allora la sinistra tace

18 Ago 2019 11:36 - di Antonio Pannullo

Probabilmente sono anni che i giornali italiani non parlano della Guinea Equatoriale, piccolissimo Stato dell’Africa centrale occidentale, ex colonia spagnola. La Guinea Equatoriale, con capitale Malabo, non va confusa né con la Guinea Conakry, ex colonia francese, né con la Guinea Bissau, ex colonia portoghese, e né tantomeno con l’isola della Nuova Guinea, in Asia, ex colonia olandese oggi provincia indonesiana. Se oggi si parla per la prima volta di Guinea Equatoriale lo dobbiamo al quotidiano Il Giornale, che in un informato quanto divertente reportage da quel Paese, racconta che la Guinea Equatoriale starebbe progettando o addirittura già costruendo un muro al confine con il Camerun per impedire agli abitanti della ben più vasta ex colonia francese di entrare nel piccolo Paese. Sembra, perché in Africa nessuno sa veramente come stiano le cose, che la Guinea Equatoriale offra più lavoro e prosperità del vicino Camerun, grazie alle sue risorse petrolifere, per cui molti camerunensi, ma anche nigeriani e di altri Paesi viciniori, si recherebbero in Guinea Equatoriale in cerca di fortuna. Sembra strano, perché anche la Guinea Equatoriale è afflitta dai cronici problemi dell’Africa post coloniale: povertà, corruzione, scarsa aspettativa di vita, disordine sociale e via dicendo, però evidentemente, se i clandestini ci vanno, vuol dire che magari lavorando nella piantagioni di caffè e di cacao si riesce a fare la giornata.

Di vantaggioso i due Paesi, Guinea e Camerun, hanno un’omogeneità di popolazione, sono entrambi bantu, e anche di religione, sono due Paesi a maggioranza cristiana: il veleno islamico non è ancora arrivato in queste lande periferiche del mondo. Forse l’immigrazione deriva dal fatto che il Camerun supera i venti milioni di abitanti, e la Guinea solo uno, ma anche questi sono praticamente numeri al lotto, perché in Africa non esiste nessuna aministrazione capace di fare questi conti, da quando s ene sono andati i colonizzatori. La cosa sicura è che sia Guinea sia Camerun siano tra i Paesi più corrotti al mondo, e che nessuno dei due brilli per un governo sinceramente democratico: ma questo in realtà vale per quasi tutta l’Africa. Ai colonizzatori si sono sostituiti i dittatori e le oligarchie feroci e corrotte eterodirette dall’Occidente da altre potenze extra africane. E Guinea e Camerun non fanno eccezione, nonostante il fatto che il secondo abbia uno stretto accordo con l’Unione europea, accordo che però evidentemente non ha portato grande vantaggio al Paese africano. Per quanto riguarda il famoso muro, però, di notizie certe non ce ne sono: il dittatore della Guinea, si apprende, tale Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, avrebbe già dato il via alla edificazione del muro, anche se ufficialmente tutto viene negato. Allora? Bisognerà attendere per sapere come stiano davvero le cose, oppure aspettare che le multinazionali che controllano i satelliti si decidano a dare un’occhiata da quelle parti, anche se la visione è verosimilmente impedita dalla vegetazione. Il muro, a quanto rivela il Giornale, sarebbe lungo 183 chilometri e sarebbe finanziato con i proventi di petrolio e gas. Per concludere, è davvero strano che la sinistra, sempre pronta a massacrare Donald Trump per un analogo progetto, stavolta taccia, nonostante sia in atto chiaramente un tentativo di non-accoglienza degno del peggior Salvini…

 

(Foto: Stateopedia)

Commenti

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  • BB bardot 18 Agosto 2019

    Il muro lo dobbiamo costruire intorno a tutta l’Africano per impedire ai giovani di andare nei paese occidentali per cercare un sogno che non esiste per i neri ..anche evitare che le multinazionali entrano sul continente senza controllo per sfruttare e rubare le risorse naturali..l’Africano ai Aficani