“Camaleonte, hai gettato la maschera”, Paragone accerchiato dai fedelissimi di Fico
Da quando si aperta la crisi non ha mai cambiato posizione, senatore del M5S, Gianluigi Paragone, a cui oggi, invece, gli amici di Fico inviperiti in seno al Movimento danno del “camaleonte”. E il caso Paragone, o meglio la bufera che si è scatenata contro l’esponente grillino apertamente contrario all’abbraccio mortale dei dem, spariglia le carte al tavolo dell’accordo perseguito da Di Maio e osteggiato, in casa pentastellata, da insospettabili fautori di un ritorno al dialogo di governo con la Lega, come Alessandro Di Battista, lo stesso Davide Casaleggio (che molti commentaotiri politici danno al momento attanagliato dai dubbi sull’apertura al Pd), max Bugani, e – udite, udite – persino paola taverna, data nelel ultime ore come parte integrante dell’inedito gruppetto di grillini favorevole a tenere aperto anche l’altro “forno” con il partito di via Bellerio o che, comunque, alle eventuali nozze con i dem preferirebbe il voto.
Paragone accerchiato dagli amici di Fico nel Movimento
Ma tant’è: Paragone fa da capro espiatorio, e si scatena la bufera su di lui, che nelle ultime ore si è schierato contro l’accordo tra dem e M5S. «No al Pd, si voti o si torni con la Lega», ha detto e ribadito a più riprese il senatore a 5 stelle nelle ultime ore, e perfino intervenendo alla Berghem Fest della Lega. Un’opinione rimarcata anche in un’intervista al Corriere della sera e naturalmente via social, dove Paragone ha condiviso l’ultimo post di Max Bugani, socio di Rousseau, (che a sua volta aveva espresso perplessità sull’ipotesi di un governo giallorosso) commentando così: «Parole sagge, caro Massimo Bugani». ma deve essere davvero troppo per i colleghi pentastellati che, fautori della linea Fico, in queste ore lanciano invettive al vetriolo contro Paragone additato come l’anima nera, anzi multicolor a seconda delle situazioni a loro detta, del Movimento. «Volete sapere come abbiamo perso 6 milioni di voti? Quando abbiamo imbarcato camaleonti che a poco a poco hanno rivelato il loro vero colore – tuona su Fb la deputata M5S Guia Termini –. Anche se su certi, il colore era scritto sul loro curriculum». Le fa eco su Twitter Giuseppe Brescia, deputato M5S e presidente della commissione Affari costituzionali. «I vari Bugani, Paragone potrebbero fare silenzio e rispettare il lavoro che sta facendo Di Maio in questa fase così delicata. Il mandato dell’assemblea è chiaro, rassegnatevi». Parole, insulti, avvertimenti, che danno chiaramente l’idea del veleno e del disaccordoche sottende alla ricerca dell’inciucio…
Lui, come Dibba e altri, contrario all’abbraccio mortale col Pd
Ma Paragone tira dritto, e a chi gli chiede di commentare quanto sta accadendo nel Movimento e contro di lui, replica semplicemente che «un eventuale accordo di governo dovrebbe avere almeno il placet degli iscritti, lo abbiamo fatto con la Lega, giusto farlo anche con il Pd». Se poi, aggiunge però il senatore a stretto giro, fosse mai chiamato ad argomentare (giustificare?) ad un attivista grillino l’accordo con il partito guidato da Zingaretti, lui non sarebbe in grado di farlo. «A quel punto – fa sapere Paragone – dovrei guardarmi allo specchio e prendere le mie decisioni che sono quelle di ritornare a fare il giornalista». Tutto è ancora possibile, però, fa capire tra le righe il dissidente a cinque stelle che conclude: «Quindi meglio aspettare il secondo giro di consultazioni al Quirinale»…