Brexit, Boris Johnson ha già deciso: “no deal” il 31 ottobre. Poi il voto anticipato
A Bruxelles cominciano a capire che davvero Boris Johnson e la Brexit andranno a braccetto. E perciò cominciano davvero a tremare. A temere il peggio, in vista del terribile autunno che si profila (per loro). Più passano i giorni, infatti, più appare chiaro che il leader dei conservatori inglesi e neo-premier, abbia deciso di giocarsi la carriera politica puntando tutte le fiches su un’unica casella: l’uscita dall’Unione il 31 ottobre senza accordo (“no deal”). Portando, subito dopo, la Gran Bretagna alle elezioni politiche. Nessun accordo è meglio di un cattivo accordo, ripete da tempo lo scapigliato biondo che ha sostituito la scialba signora May alla guida del governo di Sua Maestà. Cosicché, altro che problema-Italia si prospetta da qui a due mesi per i burocrati rintanati nei palazzi vetro e acciaio dell’Unione. Questi ciarlatani proni ai voleri del duo Merkel-Macron si ritroveranno non solo senza le rimesse britanniche ma, senza ricevere da Londra neppure un centesimo di risarcimento (come prima concordato!). E dovranno quindi prendere le misure ad un mercato, quello britannico, improvvisamente proteso verso gli Stati Uniti che, con Donald Trump, non vedono l’ora di assestare a questa inerte Ue un colpo mortale. Certo, Germania e Francia cercheranno di mettere qualche zeppa a Boris ‘il terribile’, di sobillare gli Scozzesi e magari pure di fare muro sulla questione spinosissima del confine dell’Ulster. Tuttavia, con un peso specifico vicino allo zero e con le enormi divisioni interne, questa Ue sembra impossibilitata a creare seri problemi al Regno Unito. Più facile l’opposto: con buona pace dei Prodi e di tutti quegli altri profeti di sventura che da anni ci raccontano la favola del prossimo disastro inglese causa Brexit. Il neo-inquilino di Downing Street va spedito per la sua strada. È un decisionista per nulla stupido, come qualche saputello nostrano vorrebbe farci credere. Mostra di saper cosa fare e come. E anche se ha ripetuto che andare a elezioni è “l’ultima cosa che voglio fare”, si prepara. Si è già coperto le spalle: ha assoldato un noto ‘guru’ elettorale, alimentando le voci secondo le quali stia pensando al voto anticipato. L’esperto voluto da Boris Johnson è Isaac Levido, nominato direttore politico del Cchq, il Conservative Campaign Headquarters. In pratica, il quartier generale dei Tories. Come riporta il Telegraph, Levido, pupillo di Sir Lynton Crosby, altro ‘mago’ delle campagne elettorali dei Conservatori, riferirà direttamente a Dominc Cummings, il capo stratega di Johnson. Nel frattempo, a tutti i ministeri di Whitehall sono state date 48 ore di tempo per presentare i piani definitivi da attuare in caso di “no deal”, alimentando il sospetto che Johnson sia sempre più deciso ad uscire dalla Ue il 31 ottobre senza un accordo. Se non è un segnale questo…