Amazzonia, c’è un nuovo mantra: per la sinistra la colpa è di Bolsonaro. In carica da sei mesi

24 Ago 2019 16:00 - di Antonio Pannullo

Adesso il mondialismo ha una nuova parola d’ordine: tutti contro il presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Unione europea, organizzazioni internazionali, Tv, media, gruppi di intellettuali, artisti, sindacati, si sono schierati in una nuova crociata contro il neo presidente, la cui unica colpa è quella di essere di destra. E di cosa viene accusato il presidente? Per gli incendi dell’Amazzonia, altro mantra che ciclicamente viene riesumato dai teoreti del mondialismo e della globalizzazione. È ovvio che l’accusa è inconsistente, in quanto Bolsonaro è in carica da soli sei mesi, mente l’Amazzonia brucia da decenni. La cosa che i media ecologisti non dico è che spesso le foreste vengono bruciate da agricoltori che hanno bisogno di campi per coltivare roba da mangiare, e non da speculatori spietati che vogliono costruire villette a schiera. Ma la gente si commuove per le sorti dell’Amazzonia, “polmone verde” del mondo, e chiunque sia accusato a torto o a ragione di essere un untore, diventa automaticamente il nemico pubblico numero uno del pianeta.

Bolsonaro: tolleranza zero nei confronti dei piromani

Bolsonaro però reagisce alle calunnie: “Gli incendi boschivi esistono in tutto il mondo e questo non può essere un pretesto per possibili sanzioni internazionali” . È quanto ha detto il presidente brasiliano nel discorso televisivo in cui ha difeso, di fronte alla critiche internazionali, l’operato del suo governo nel contrastare gli incendi che stanno devastando l’Amazzonia. “Il Brasile continuerà ad essere, come è stato fino ad oggi, responsabile della protezione della sua foresta pluviale amazzonica”, ha continuato detto il presidente. Bolsonaro ha poi sottolineato come quello che sta succedendo “nella nostra Amazzonia” stia attirando “una crescente attenzione dal Brasile e dal mondo”, riporta il quotidiano O’Globo notando come il presidente brasiliano abbia evitato di ripetere le critiche alle Ong ambientaliste o a leader europei espresse in precedenza. Tanto è vero che per aiutare a domare gli incendi in Amazzonia, diventati ormai una crisi internazionale, Bolsonaro ha ordinato l’invio dell’esercito e promette tolleranza zero nei confronti dei piromani. “Noi siamo un governo con tolleranza zero nei confronti del crimine e nel campo dell’ambiente non c’è differenza: noi agiremo in modo deciso per mettere sotto controllo gli incendi”, ha detto, in un discorso televisivo, il presidente brasiliano che è stato duramente criticato per non aver protetto la foresta amazzonica.

Trump offre aiuto a Bolsonaro contro gli incendi

Prendendo le distanze dalle critiche al Brasile che arrivano da altri leader del G7, Donald Trump ha telefonato a Jair Bolsonaro per offrire aiuto in Amazzonia e ribadire la solidità dei rapporti con il presidente di destra brasiliano. “Ho appena parlato con Jair Bolsonaro – ha twittato Trump prima di partire per il vertice del G7 in Francia – le nostre prospettive future di commercio sono molto eccitanti ed i nostri rapporti sono forti, forse più forti che mai. Gli ho detto – ha concluso – che se gli Stati Uniti possono aiutare con gli incendi in Amazzonia, noi siamo pronti a farlo”.

Ma ex ministri del governo Lula trombati, chiesa in tutte le sue forme, Ue, sinistra internazionale, nemici di Trump e quant’altro continua lanciare accuse a Bolsonaro, il quale, anche quando combatte gli incendi, lo farebbe per “pura propaganda”. Da parte sua la Ue interviene come al solito a gamba tesa contro i governi considerati “ostili”: la Ue sostiene infatti l’accordo con il Mercosur, ma “una ratifica armoniosa è difficile da immaginare fino a che il governo brasiliano permetterà la distruzione dei polmoni verdi della terra”. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a Biarritz parlando degli incendi in Amazzonia.

Gli italiani in Brasile: Macron si faccia gli affari suoi

Ma qualcuno difende l’operato del presidente Bolsonaro:  “Non è vero quello che ha detto Macron, la sua è una manovra politica. Il Brasile è responsabile e il Brasile se ne occupa. Non si può dare la colpa al governo, non si può pensare che la responsabilità sia di un presidente che è in carica da 6 mesi”. Carmine Santoro, presidente del Comites, il Comitato rappresentativo degli italiani in Brasile, di Rio de Janeiro, respinge con forza le critiche al governo Bolsonaro sull’emergenza incendi in Amazzonia, questione che irrompe nell’agenda del vertice del G7 in corso a Biarritz, con il presidente francese Emanuel Macron che minaccia di ritirare l’appoggio all’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur. “Ho visto le statistiche, gli incendi sono un fenomeno al quale siamo soggetti in questo periodo dell’anno. È un fenomeno naturale”, spiega Santoro all’Adnkronos. E al capo dell’Eliseo si rivolge senza mezzi termini: “Macron deve farsi i ca… suoi, guardi i problemi che ha la Francia che all’Amazzonia ci pensiamo noi. Il Brasile è capace di affrontare questo problema – assicura – non servono queste manovrine europee”.

 

(Foto: Fotogramma)

Commenti

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  • Luisa 26 Agosto 2019

    Bolsonaro ha perfettamente ragione, il Napoleone de noi altri deve guardare a casa sua che di problemi ne ha abbastanza.

  • Guido Perini 25 Agosto 2019

    La sinistra salottiera odia Bolsonaro perche’ ci ha restituito il criminale Battisti.

  • Mattia 25 Agosto 2019

    Permetto che sono un elettore di destra.
    Le critiche a Bolsonaro arrivano in Brasile e nel mondo da cittadini di ogni fede politica.
    I suoi annunci e tagli alle agenzie di protezione della foresta hanno provocato un aumento delle attività di estrazione illegale e disboscamento che non vengono sanzionate. I fiumi vengono inquinati in modo massiccio dal mercurio.
    Un giornale di destra come il secolo dovrebbe promuovere legge e ordine invece sembrate quasi difendere chi opera fuori dalle regole.

  • Silvia Toresi 25 Agosto 2019

    Cade un meteorite? È colpa della destra!!!!

  • 25 Agosto 2019

    Bene hanno fatto gli italiani in Brasile a difendere il loro presidente.
    La marmaglia di sinistra subito ha sputato fuoco contro Bolsonaro,reo di essere di destra.
    Tutti gli anni divampavano gli incendi,ma fino a che al governo c’erano i sinistroidi nessuno ne parlava: quindi omertà assoluta.
    Ora tutti contro Bolsonaro,in carica da 6 mesi e fiero e tenace oppositore dei tanti devastatori dell’Amazzonia: speculatori edilizi e contadini per accaparrarsi pezzi di terra da coltivare.