Torna a Palazzo Pitti un dipinto del 1700: era stato rubato da un soldato tedesco

19 Lug 2019 13:20 - di Redazione

La Germania ha restituito a Firenze il dipinto rubato dai nazisti. Dopo 75 anni il “Vaso di Fiori”, capolavoro del pittore olandese Jan Van Huysum (Amsterdam 1682-1749), realizzato nel 1731, è tornato a Palazzo Pitti. L’opera era stata, infatti, trafugata nel luglio del 1944 dalle forze di occupazione tedesche in fuga verso il nord Italia. Dopo un importante lavoro diplomatico e di investigazione, il quadro è stato riconsegnato solennemente dalla Germania al patrimonio artistico italiano.

La cerimonia di restituzione del dipinto è avvenuta questa mattina nella Sala Bianca del Museo di Palazzo Pitti alla presenza del ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli e del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. È stato il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, a consegnare a Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, il dipinto rubato, che da oggi è di nuovo esposto al pubblico. Oltre al sindaco Dario Nardella, ha presenziato alla cerimonia il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri: le indagini sono state svolte, infatti, dai carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale di Firenze, coordinati dalla Procura del capoluogo toscano, che hanno individuato la famiglia erede del soldato che per gli investigatori esportò illegalmente l’opera e i vari passaggi del possesso del dipinto.

L’olio su tela “Vaso di Fiori”

L’olio su tela “Vaso di Fiori”, di piccole dimensioni (cm 47 x 35), apparteneva alle collezioni di Palazzo Pitti fin dal 1824, quando fu acquistato dal granduca lorenese Leopoldo II per la Galleria Palatina appena fondata. Per oltre un secolo restò esposto nella sala dei Putti, insieme ad altre nature morte olandesi realizzate dai massimi artisti del ‘600 e ‘700, tra i quali Rachel Ruysch e Willem van Aelst. Nel 1940, quando all’inizio della guerra la reggia fu evacuata, il quadro venne portato nella villa medicea di Poggio a Caiano (Prato). Nel 1943 fu spostato nella villa Bossi Pucci, sempre a Firenze, fino a quando militari dell’esercito tedesco in ritirata lo prelevarono insieme ad altre opere per trasferirlo a Castel Giovio, in provincia di Bolzano. La cassa in cui si trovava il “Vaso di Fiori” di Palazzo Pitti venne aperta: l’opera trafugata finì in Germania, dove se ne persero le tracce. Ricomparve solo decenni dopo, nel 1991, poco dopo la riunificazione tedesca: da allora, vari intermediari hanno tentato più volte di mettersi in contatto con le autorità in Italia chiedendone un riscatto. Una richiesta di tale assurdità che nel 2018, dopo l’ultima oltraggiosa offerta, la Procura di Firenze ha aperto un’indagine: il quadro infatti è già di proprietà dello Stato Italiano, e pertanto non è alienabile o acquistabile.

La cerimonia questa mattina a Palazzo Pitti

Una riproduzione in bianco e nero del “Vaso di Fiori” di van Huysum (realizzata da Alinari) è dal 1 gennaio scorso simbolicamente esposta nella Sala dei Putti a Palazzo Pitti, corredata da cartelli con la scritta “rubato” in tre lingue, italiano, inglese e tedesco, ed una didascalia esplicativa che ricorda come a sottrarla alla sua naturale postazione furono soldati della Wehrmacht. «Saremo ben lieti di rimuovere questa memoria fotografica – disse Schmidt – quando agli Uffizi sarà restituito l’originale». Questa mattina la riproduzione del quadro è stata tolta da Eike Schmidt e sostituita dall’originale.

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