Tav, la mozione impossibile Di Maio per nascondere la capitolazione del M5S

28 Lug 2019 12:04 - di Giacomo Fabi

Esiste la farina doppio zero, il prodotto a chilometro zero e ora anche il mandato zero. Significa che il primo mandato per i consiglieri comunali Cinquestelle non si conta. È zero, appunto. Solo un imbroglione consumato poteva pensare di definirlo in questo modo pur di non ammettere che era saltato il sacro vincolo del doppio mandato. Lo ha inventato infatti il treccartista Luigi Di Maio, sempre più in cerca di un santo cui votarsi dopo aver clamorosamente disertato tutti i suoi appuntamenti con la storia. Lo stesso Di Maio che tenta di nascondere sotto una mozione parlamentare morta prima di nascere la propria ignominiosa capitolazione sul fronte Tav. Da mission impossible a mozione impossibile. Se avesse rispetto di se stesso, troverebbe una scusa dpe toglierebbe il disturbo da solo. Se ne avesse invece per la verità e per gli italiani, tornerebbe in ginocchio da loro e ne invocherebbe il perdono per ogni bufala detta, per ogni promessa disattesa e per ogni danno arrecato.

Di Maio abbagliato dal potere: la Casta è il M5S

E, trovandosi, compirebbe un bel gesto se trovasse tempo e modo per chiedere scusa anche a “quelli di prima”. Già, è ormai maturo il tempo perché Di Maio spieghi perché quelli di prima erano la Casta e i Cinquestelle no. Perché erano in Parlamento? Ora però ci sono loro. Perché avevano indennità e diaria? Ma è la stessa di oggi. Per i vitalizi? Ma se esistono ancora. Perché dicevano una cosa e ne facevano un’altra? Ma questa è una specialità in cui i grillini non hanno rivali: Tap, Muos, Ilva, Tav. Dovevano essere spazzate via dal vento del cambiamento. Invece stanno tutte là e saranno tutte realizzate. Ancora un po’ di tempo e cadrà pure il mito del cittadino portavoce e anche per gli onorevoli grillini arriverà il ristoro del mandato zero a garantire a altri cinque anni sulla giostra del Parlamento a spese del contribuente. Buon per loro che gli italiani ne hanno viste tante da sgamare subito Di Maio e compagni e capire di che pasta fossero fatti. Apposta in un anno gli hanno dimezzato il consenso. Un antipasto del possibile piano “b”. Quale? Di Maio avanti, i forconi dietro.

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