Taranto: ritrovato il corpo dell’operaio disperso per il maltempo
È stato ritrovato poco fa il corpo dell’operaio Cosimo Mimmo Massaro, 40 anni, disperso in mare da mercoledì, quando durante il maltempo che ha imperversato quel giorno su Taranto, la gru sulla quale stava lavorando è precipitata in mare nell’area del quarto sporgente del porto commerciale in concessione allo stabilimento siderurgico ex Ilva, ora Arcelor Mittal. I sommozzatori dei carabinieri, che si sono immersi oggi dopo che ieri per le condizioni meteorologiche le ricerche dei colleghi subacquei dei vigili del fuoco erano state sospese, lo hanno individuato vicino alla cabina comandi della gru. Tra poco verrà issato sulla calata 1. A coordinare le operazioni la capitaneria di Porto della città jonica. Sul posto sono stati chiamati a intervenire il magistrato, il medico legale e la scientifica.
Dopo l’incidente, era stata indetta un’agitazione sindacale dagli operai dell’ex Ilva. Agitazione sospesa in queste ore. «Solo a seguito della convocazione», del ministro Di Maio per lunedì al Mise le organizzazioni sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil «hanno deciso di sospendere momentaneamente lo sciopero riservandosi eventuali altre iniziative di lotta nel caso in cui non ci dovessero essere impegni concreti sul tema della sicurezza e dell’ambiente, con un programma dettagliato di investimenti, incontri periodici di monitoraggio ed un intervento straordinario degli organi competenti all’attività di vigilanza».
Taranto, stanchi della mancata sicurezza
«Sia chiaro a tutti – proseguono Fim, Fiom e Uilm – che l’intento delle organizzazioni sindacali è sempre stato e rimane a tutt’oggi quello di salvaguardare la sicurezza dei lavoratori, il risanamento ambientale dello stabilimento siderurgico e l’occupazione. Arcelor Mittal deve avere chiaro che i lavoratori, così come hanno dimostrato con lo sciopero, sono stanchi di vivere la fabbrica con continue incertezze e scarsa tutela per il proprio futuro. Pertanto lunedì saremo impegnati nell’incontro previsto presso il MIse e subito dopo informeremo i lavoratori sul da farsi». I sindacati chiariscono di aver spiegato al prefetto di Taranto che non avrebbero fermato la mobilitazione «se non ci fosse stato un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati a partire dal ministero fino alle istituzioni locali, regionali e gli organi di controllo».