Strage stradale di Jesolo, forse l’auto è stata speronata: fermato un romeno

14 Lug 2019 20:00 - di Carlo Marini

È stato fermato con le accuse di omicidio stradale plurimo e omissione soccorso l’uomo, un romeno, che da questa mattina si trovava negli uffici del comando della Polizia Locale di Jesolo in relazione alle indagini sull’incidente, avvenuto intorno all’una e trenta di questa notte e costato la vita a quattro ventenni. Al termine dell’interrogatorio il pm di turno del tribunale di Venezia ha disposto per l’uomo, in Italia dal 2012, gli arresti domiciliari. Gli investigatori per tutta la giornata hanno lavorato proprio all’ipotesi che un altro mezzo potesse essere coinvolta nell’incidente nel quale l’auto  su cui viaggiavano le vittime è uscita di strada, finendo in un canale che costeggia la strada. L’unica a salvarsi è stata una delle due ragazze presenti in auto.

La testimonianza dell’unica sopravvissuta

I segni rinvenuti sulla sua golf, potrebbero essere compatibili, con quelli ritrovati sulla vettura delle vittime. A indirizzare sull’uomo gli accertamenti è stata soprattutto la telefonata fatta ai carabinieri da una automobilista, pochi minuti prima della tragedia, che aveva riferito allarmata ai militari che in quel punto una macchina stava correndo ad altissima velocità, zigzagando da una corsia all’altra. Anche l’unica giovane sopravvissuta all’incidente ha raccontato ai soccorritori che la loro auto potrebbe essere stata speronata, prima di finire nel canale.

Per la strage di Jesolo lutto in tutta la Regione

Nel rispetto del dolore delle famiglie dei quattro giovani rimasti vittime del tragico incidente stradale avvenuto la scorsa notte e del lutto delle comunità, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha annullato tutti gli impegni previsti a Jesolo nella giornata di domani. “Il presidente – si legge in una nota – si stringe, in questo doloroso frangente, ai tutti i familiari dei giovani, partecipando sentitamente al lutto e allo sgomento conseguente a un cosi’ drammatico evento”.

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