Savoini interrogato in un luogo segreto: bocca cucita con i magistrati

15 Lug 2019 18:25 - di Redazione

Gianluca Savoini, ex portavoce di Matteo Salvini e fondatore dell’associazione Lombardia-Russia, indagato dalla procura di Milano per corruzione internazionale si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte ai pm di Milano che indagano sull’inchiesta con al centro la Lega e il sospetto di finanziamenti da Mosca. L’atto di comparizione è stato notificato all’avvocato d’ufficio del presidente dell’associazione Lombardia-Russia, che nel frattempo ha nominato un legale di fiducia, al termine del vertice tra pm nell’ufficio del procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale per fare il punto sull’inchiesta per corruzione internazionale sulla presunta compravendita di petrolio per far arrivare fondi russi alla Lega. Il faccia a faccia tra Savoini e i pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro si è tenuta in una sede esterna(e segreta)  al Palazzo di Giustizia di Milano. L’indagine è nata dall’audio di un incontro all’hotel Metropol di Mosca.  Savoini, assieme ad altri due italiani e a tre russi, era presente all’hotel di Mosca per la presunta trattativa per far arrivare 65 milioni di dollari al Carroccio.

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