Salvini prova a ricucire con Conte ma Di Maio lo provoca ancora: «Riferisca sulla Russia»

16 Lug 2019 13:16 - di Marta Lima

«Non c’è mai stato nessun incidente con il premier Conte, stiamo lavorando per ridurre le tasse». Il giorno dopo lo scontro “istituzionale” con il premier Conte, sul vertice con i sindacati organizzato al Viminale, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini oggi a Genova, rispondendo ai giornalisti, prima di entrare in Prefettura per un incontro istituzionale, cerca di gettare acqua sul fuoco, stemperando le polemiche. Secondo Salvini, convocare i sindacati nel suo ministero “non è stato uno sgarbo istituzionale, perché facciamo qualcosa di utile all’Italia e al governo, raccogliamo idee proposte e suggerimenti, prepariamo un taglio delle tasse che è fondamentale per questo Paese che spero l’Europa ci lasci fare senza storcere il naso. Noi comunque lo faremo. Il taglio delle tasse ci sarà”.

Di Maio all’attacco

A questa schiarita nei rapporti con il premier, che ieri aveva chiesto a Salvini di riferire in Parlamento sulla vicenda dei fondi russi, ha fatto seguito una nuova polemica di Luigi Di Maio contro Salvini: «Penso che in questo momento il governo possa saltare solo se non si fanno le cose per gli italiani, io sinceramente sono un po’ stufo dei tentennamenti nella maggioranza sull’acqua pubblica, parlo della Lega, sul salario minimo e su tanti altri temi. In queste ore si sta facendo un po’ troppa melina su provvedimenti che gli italiani aspettano da una vita», ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, rispondendo alle domande dei cronisti a Bologna, dove è giunto per l’inaugurazione del nuovo Hub Logistico di Sda Express Courier, società del Gruppo Poste Italiane.
«Se acceleriamo e facciamo le cose, non ci saranno problemi per il governo – assicura Di Maio – io ho creduto e credo in questo governo se fa le cose e ci sono ancora tante cose da fare». Poi la provocazione sulla vicenda russa: «Chi vuole incontrare le parti sociali può farlo, ma quello che mi noia è che lo si faccia per sviare da una questione più grande, quella di un vice primo ministro che, secondo me, deve andare a riferire in Parlamento sulla questione Russia. Io sono sicuro che ci andrà – prosegue Di Maio – e così ci darà anche modo come maggioranza di difenderlo. Ma quando un Parlamento chiama è giusto che un premier, un vicepremier, un sottosegretario risponda, soprattutto se si pensa di essere strumentalizzati ben venga un chiarimento in Parlamento. Perché quella è l’occasione per chiarirsi non davanti ai parlamentari ma agli italiani. Io penso che più ci si negherà di come sono andati i fatti e più se ne parlerà, e noi dobbiamo occuparci di altro, non possiamo passare il tempo a parlare di un caso che la Lega considera un fuoco di paglia».

La replica di Salvini

«Certo che andrò in Parlamento, è il mio lavoro. Ci vado bisettimanalmente e per il question time a quello che mi chiedono io rispondo, rispondo sulle cose più varie ed eventuali, a ogni scibile umano, quello che mi chiedono io rispondo, partendo dal presupposto che mi sembra da 10 giorni qualcuno parli del nulla però ognuno occupa il suo tempo come vuole», è stata la replica del ministro dell’Interno.

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