Rovina i pantaloni, la mamma lo punisce ustionandolo: gli passa 11 volte il ferro da stiro sul corpo

15 Lug 2019 16:34 - di Martino Della Costa

Una vicenda di cronaca, quella rilanciata in queste ore sul Corriere della sera, che ha suscitato sconcerto e indignazione. La piccola vittima è un ragazzino di appena 5 anni, “colpevole” agli occhi della madre, una 27enne, di essere tornato a casa con i pantaloni strappati: la reazione della donna è incredibile. Eppure, purtroppo, realmente accaduta…

Milano, la mamma lo ustiona col ferro da stiro: giocando ha rovinato i vestiti

È un pomeriggio uguale a tanti altri quando il bambino, dopo aver giocato, rientra a casa con i vestiti rovinati. A quel punto la reazione della madre è inconcepibile: prende il figlio, lo adagia forzosamente sul tavolo e poi gli passa il ferro caldo sul caldo per almeno 11 volte: l’incredibile punizione inferta procura la piccolo undici bruciature e ventisei ecchimosi che , di conseguenza, hanno comportato per la mamma una pena patteggiata di 3 anni. Indagato anche il compagno che, a quanto risultato agli inquirenti, per parte della giornata è rimasto a casa. Il piccolo ora è in comunità protetta in attesa della pronuncia sull’adottabilità.

La madre, una 27enne di origini marocchine, patteggia una pena a 3 anni

Dunque, come riporta il Corriere, «per queste “lesioni gravi” e per questi “maltrattamenti” la mamma del bambino – una giovane cittadina marocchina – ha patteggiato 3 anni di pena davanti alla giudice dell’udienza preliminare Elisabetta Meyer». E mentre s’indaga si apprende che la donna, difesa dai legali Drago e Provenzano che si sono adoperati molto anche per avviarla, di concerto con la Procura, a un percorso di sostegno psicologico, non ha neppure saputo dare una spiegazione di sorta che possa in qualche modo avere anche il minimo riferimento razionale per quanto fatto al figlio. Pur avendo, come riporta il quotidiano di via Solferino, negato l’eventualità di una reazione postuma a maltrattamenti subiti quando era bambina, e additando tra le possibili motivazioni un periodo di stress che potrebbe aver influito sul suo comportamento punitivo. Argomentazioni che non sono bastate ad evitare che il piccolo venisse affidato a una comunità protetta mentre si aspetta la pronuncia sull’adottabilità…

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