Renzi fa autocritica sui migranti: «Il Pd è stato troppo duro, dovevamo approvare lo Ius Soli»

5 Lug 2019 10:45 - di Redazione
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Troppa esasperazione sul tema degli sbarchi, poco coraggio sullo ius soli. Matteo Renzi, in una lunga lettera indirizzata a Repubblica, riconosce come il declino del partito di cui era segretario inizia “quando si esaspera il tema arrivi dal Mediterraneo e allo stesso tempo si discute lo Ius soli senza avere il coraggio di mettere la fiducia come avevamo fatto sulle unioni civili”. Per l’ex premier, si tratta di una “geometrica dimostrazione d’ impotenza: allarmismo sugli sbarchi, mancanza di coraggio sui valori. Il successo di Salvini inizia li”, riconosce Renzi.

La questione dei flussi migratori nel Pd “l’abbiamo sopravvalutata quando nel funesto 2017 abbiamo considerato qualche decina di barche che arrivava in un Paese di 60 milioni di abitanti, una minaccia alla democrazia'”. «L’Italia non ha un’emergenza immigrazione – spiega – ma tre emergenze gravissime: denatalità, legalità, educazione. La prima è la più preoccupante: un paese senza figli è un paese senza futuro. E paradossalmente non ne usciamo neppure con gli immigrati. La demografia segna la fine della civiltà, non qualche migliaio di rifugiati che sbarcano nel Mediterraneo. E nel resto d’Europa ‘l’invasione’ che paventano i populisti nasce dalle culle, non dai barconi». Per Renzi ora “bisogna aumentare i fondi della cooperazione internazionale (cosa che noi abbiamo fatto, la Lega no). Bisogna investire in Africa senza lasciare che lo faccia solo la Cina. Bisogna implementare la strategia energetica del sud, dall’ Egitto al Mozambico”.

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