Per Pontone la destra e Napoli erano una cosa sola: “Almirante sindaco” nacque così

2 Lug 2019 15:02 - di Giacomo Fabi

Una generazione politica, quella di Franco Pontone, che somiglia ad una di quelle congiunzioni astrali che nel calcio, ad esempio, consentono ad una squadra di dotarsi di un campione per ogni ruolo. Nel Msi-Dn della Napoli di fine anni ’70 capitò più o meno la stessa cosa: l’emersione di una nuova generazione divenuta prima fila per necessità dopo che la scissione di Democrazia Nazionale aveva portato via dal partiti i pezzi più pregiati dell’argenteria di famiglia. Parliamo di imprenditori del calibro di Achille Lauro, di docenti come Gianni Roberti o Adriana Palomby o di parlamentari come Nando Di Nardo. Mostri sacri. Ma nessuno abbastanza da uscire indenne dall’inappellabile verdetto popolare che alle elezioni del ’79 li cancellò dalla scena politica.

Pontone fu uno dei protagonisti della destra partenopea

Fu proprio in quel preciso momento che la ribalta nazionale della destra partenopea conobbe i volti di Pontone, Zanfagna, Parlato, Rastrelli, Mazzone, Abbatangelo. Gente che si era fatta le ossa nei banchi dei livelli elettivi “minori” e che forse proprio per questo aveva capito un paio di cose di fondamentale importanza: la prima era che una volta archiviato il pericolo dell’estinzione per via della scissione, il rilancio del Msi-Dn non poteva non trovare protagonista il Sud; il secondo consisteva nel trasformare Napoli in un grande laboratorio del presidenzialismo diffuso in moda da superare per via popolare la conventio ad excludendum nei confronti della destra.

La geniale intuizione del 1980

L’occasione si presentò l’anno successivo, nel 1980. Pontone e gli altri dirigenti napoletani la colsero al volo “candidando” Almirante a sindaco della città. Geniale intuizione, tanto più che l’elezione diretta sarebbe venuta solo anni dopo. Ciò nonostante lo slogan “Almirante sindaco” sfondò ovunque facendo guadagnare al Msi-Dn un posto sul podio dei partiti più votati insieme a Dc e Pci. Di quella intensa stagione, Pontone fu animatore e protagonista indiscusso. Destra e Napoli erano ai suoi occhi una cosa sola. Neppure le recenti traversie che hanno portato alla diaspora di un’intera comunità umana sono riuscite a fargli cambiare idea. Ecco perché, ora che se n’è andato, Franco non si porta dietro solo un capitolo importante della nostra storia, ma anche un pezzetto del nostro cuore.

 

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