Oggi Bonafede scodella la riforma della giustizia. Nuove liti in vista con la Lega?
Questa mattina verrà inviata la riforma della giustizia al legislativo di Palazzo Chigi. Ad annunciarlo è stato ieri sera il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, intervistato da Bruno Vespa, in una gremita Piazza Indipendenza a Pomezia, all’interno dell’Eneadi Festival- Idee a confronto. ”La riforma per il dimezzamento tempi del processo penale non è uno scambio con la Lega. É stato fatto un piano assunzione di personale amministrativo di 8000 persone. È senza precedenti nella storia della giustizia italiana. Abbiamo 11 magistrati ogni 100mila abitanti. Sulle indagini creiamo 3 scaglioni: 1 anno, 1 anno e mezzo, 2 anni. Per i reati minori (per esempio per la diffamazione) diminuisce la durata delle indagini. Poi se viene superato il tempo delle indagini viene avvertito l’indagato che il fascicolo è a sua disposizione, c’è la cosiddetta discovery, emerge il fascicolo”.
“Investire sulla cultura giuridica”
“Poi il Pm dovrà decidere e in caso di negligenza inescusabile é prevista una sanzione disciplinare. I nostri magistrati sono gli eredi di Falcone e Borsellino non possiamo pensare di non investire su una cultura giuridica con una storia così importante”, prosegue Bonafede.
Csm e la spartizione dei posti
Sullo scandalo Palamara-Csm. il Guardasigilli afferma: ”A prescindere dalla dinamica, i candidati alla Procura di Roma erano tutti validissimi. Mi auguro che la presenza di un politico non fosse la prassi, che ci fosse una logica spartitraffico tra le correnti della magistratura é indubbio. Ora dobbiamo fare l’elezione per i Pm che ora sostituiscono quelli che si sono dimessi perché su 4 posti c’erano 4 candidati in tutta Italia e ora quindi non c’è il supplente. E questo é davvero il paradosso. Di fronte a questo l’Anm e la magistratura avrebbero dovuto ribellarsi al di là di quello che è emerso”.
Ci si chiede negli ambienti politici se anche la riforma Bonafede vedrà una nuova stagione di liti tra i Cinquestelle e la Lega di Salvini.