Novità sull’italiana rapita in Kenya: il giorno di Natale Silvia Romano era viva

12 Lug 2019 18:51 - di Redazione

Importanti novità nel caso di Silvia Romano, la volontaria rapita in Kenya il 20 novembre e della quale la sinistra non si è mai occupata, forse perché distante dalle ong amiche. Almeno fino allo scorso Natale Silvia era viva. Subito dopo però è stata ceduta a un altro gruppo di sequestratori e da quel momento non si sa più nulla di lei. E’ quanto emerso dall’incontro di oggi a Roma tra le autorità giudiziarie italiane e kenyote. A confermare che Romano era viva certamente fino a Natale sono stati due kenyoti arrestati il 26 dicembre e ritenuti esecutori materiali del sequestro. Al vertice nella Capitale erano presenti il procuratore generale del Kenya, Noordin Mohamed Haji e il pm titolare dell’indagine aperta a Roma, Sergio Colaiocco: durante l’incontro gli inquirenti e gli investigatori hanno fatto il punto sulla vicenda. La ragazza è stata sequestrata nella contea di Kilifi da parte di un gruppo armato di 8 persone all’interno del centro commerciale di Chacama. Gli autori del sequestro sarebbero stati  criminali locali che seguivano la cooperante da alcuni giorni. Del gruppo di 8 sequestratori, 5 sono ancora ricercati mentre i due già arrestati saranno processati il 29 e 30 luglio. C’è poi un terzo sequestratore  arrestato, un somalo di 35 anni, trovato in possesso di una delle armi usate nel sequestro, il quale ha ammesso le sue responsabilità. Anche se nessuno lo dice, la presenza del somalo farebbe intravedere l’ombra degli shabaab, ossia dei fondamentalisti islamici, ma dall’incontro non sono trapelate altre indiscrezioni. Di certo c’è che Silvia non è ancora tornata a casa e che onsi sa se nemmeno se sia ancora in Kenya.

Fare subito luce sulle sorti di Silvia Romano. Con questo obiettivo nelle prossime settimane i carabinieri del Ros torneranno nel Paese africano e collaborare con i colleghi di Nairobi. E’ stato deciso durante il vertice di oggi a Roma tra gli inquirenti dei due Paesi. Nell’ambito della collaborazione investigativa tra Kenya e Italia, durante il vertice di oggi a Roma, le   autorità giudiziarie italiane si sono impegnate a fornire supporto investigativo, attraverso la Guardia di Finanza, alla autorità keniote in merito a un presunto caso di corruzione legato alla costruzione di tre dighe il cui appalto è stato vinto da una ditta romagnola.

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