No Tav e centri sociali scatenati provano a dare alle fiamme un bosco. Venti denunce
In duecento, tutti partecipanti all’annuale “campeggio studentesco no Tav’“(in programma nel presidio permanente di Venaus dal 19 al 24 luglio), ieri sera, dopo essersi concentrati nel campo sportivo di Giaglione, hanno raggiunto in corteo, attraverso il sentiero Gallo Romano, la cancellata metallica rinforzata violando l’ordinanza interdittiva del Prefetto di Torino. Urlando slogan contro l’Alta Velocità e contro le forze dell’ordine, i
manifestanti hanno ammassato legname e materiale infiammabile proprio davanti al cancello messo a protezione dell’area boschiva interessata al cantiere.
I No Tav provano a sfondare il blocco del prefetto
Le fiamme alte quattro metri hanno rischiato di espandersi pericolosamente verso il bosco mentre in 200 cercavano di sfondare e fare irruzione con un tronco usato come ariete mentre altri tentavano con un flessibile elettrico di creare un varco nel cancello senza riuscirci grazie all’utilizzo di un idrante artigianale realizzato proprio per l’impiego in area boschiva. Non solo, perché in quindici hanno dato inizio al lancio di pietre, petardi, bombe carta e razzi da segnalazione nautica prima di allontanarsi e ricompattarsi con gli altri per far rientro in corteo a Giaglione.
Venti persone denunciate dalla polizia
Tra i manifestanti gli agenti della Digos sono riusciti a riconoscere 20 militanti antagonisti che verranno denunciati per violazione del provvedimento prefettizio e, alcuni di loro, anche per accensioni pericolose. Due di questi, una militante catanese e un esponente di Askatasuna, saranno denunciati poi all’Autorità Giudiziaria per inottemperanza al foglio di via obbligatorio dal comune di Giaglione. Sono in corso indagini per individuare anche gli altri responsabili tramite le immagini delle telecamere nascoste nell’area interessata dalla protesta.