Morte Astori, inchiesta bis: prodotto un falso certificato medico
È spuntato un documento, “fidefacente”, cioè insindacabile, fino a querela per falso, e firmato da un pubblico ufficiale, un medico, che dice che il 10 luglio del 2017, il giorno della visita per l’idoneità all’attività agonistica, il capitano della Fiorentina Davide Astori venne sottoposto allo strain, un esame che approfondisce certi comportamenti del cuore. Ma secondo la Procura di Firenze, Astori nella sua ultima visita non è mai stato sottoposto a questo accertamento: quel certificato, sostiene il pubblico ministero Antonino Nastasi, è falso, e per questo, l’ex direttore della medicina sportiva di Careggi, Giorgio Galanti, è stato nuovamente iscritto sul registro degli indagati. E’ quanto scrive oggi La Nazione di un’inchiesta bis sulla morte del capitano calciatore i, avvenuta il 4 marzo 2018 a Udine nella sua camera di albergo alla vigilia della partita.
Assieme a Galanti, ritenuto il “concorrente morale” di questo reato (il 476 del codice penale: falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) perché quando sarebbe stato ‘fabbricato’ l’atto, il professore era già in pensione, è indagata una sua ex collaboratrice. Ovvero l’esecutrice materiale, colei che “formava un certificato apparentemente redatto in data 10 luglio 2017, col quale attestava di aver sottoposto ad esame strain Davide Astori e di aver valutato i risultati di detto esame”. La circostanza che tale atto sia “fidefacente fino a querela di falso” comporta un aggravamento della pena massima prevista fino a dieci anni. La collaboratrice di Galanti, assistita dagli avvocati Antonio Olmi e Chiara Bandini, ha ricevuto un invito a comparire per un interrogatorio la prossima settimana.