Meloni a testa in giù, parla Zingaretti: quella foto è un errore. Querela per l’assessore Pd
Giorgia meloni ha deciso di querelare. ”Ho dato mandato ai miei legali di sporgere querela per diffamazione nei confronti dell’assessore di Reggio Emilia, Valeria Montanari. Non ho mai chiesto di affondare una nave con delle persone a bordo e sarebbe bastato qualche minuto per vedere il mio video e verificarlo di persona. Purtroppo però l’assessore Montanari ha preferito spendere il suo tempo in un altro modo: scrivere su Facebook post infamanti nei miei confronti e riportare parole che non ho mai pronunciato. Di questo ne risponderà nelle sedi competenti”.
Moltissime le reazioni dopo l’ignobile post istigatore all’odio contro Giorgia Meloni su facebook, nel quale la leader di Fratelli d’italia è messa a testa in giù da un assessore del Pd di Reggio Emilia, a evocare ancora una volta la barbarie di piazzale Loreto. Dopo la reazione del parlamentare Tommaso Foti di FdI, che annuncia un’interrogazione al premier sulla vicenda, e la solidarietà di Roberto Giachetti, Augusta Montaruli, deputato di FdI, scrive: “Un’assessore del Pd a Reggio Emilia ribalta una foto di Giorgia Meloni e la pubblica a testa in giù. Il presidente di Fratelli d’Italia chiama in causa direttamente il segretario Nicola Zingaretti ma lui non si degna nemmeno di rispondere. Zingaretti sei connesso o sei anche tu su qualche nave ong? Non pretendiamo che venga sospesa perché come dimostra il caso Bibbiano il Pd non sospende mai nessuno ma almeno la solidarietà in questi casi sarebbe d’obbligo”. Anche la senatrice di FdI Daniela Santanchè interviene sulla vicenda: “Quelli che ripetono restiamo umani, che parlano di dovere della solidarietà, che inneggiano alla parità di genere vogliono appendere Giorgia Meloni a testa in giù. Sono dei vigliacchi e degli ipocriti”. Anche da alcuni settori del Pd giunge solidarietà: “Se Giorgia Meloni, cui va la nostra solidarietà per un post su cui l’autrice si è scusata, pensa di combattere l’odio sul web, da qualsiasi parte provenga, troverà in noi il massimo della disponibilità a discuterne modi e forme, a partire dal Parlamento”. Lo scrive in una nota la vicesegretaria del Pd Paola De Micheli. “Da anni la nostra comunità è oggetto di aggressioni e di diffamazioni sui social e nei giorni scorsi abbiamo cominciato a far partire decine di denunce e abbiamo attivato una piattaforma per la segnalazione di post offensivi. Noi siamo disponibili a sederci in Parlamento, con chiunque, per definire insieme una legislazione che regolamenti questo settore. L’odio sui social va condannato senza se e senza ma, sempre”, conclude. Le fa eco Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico: ”Nulla mi accomuna a Giorgia Meloni, ma trovo inaccettabile che chi riveste un ruolo politico e istituzionale possa usare immagini e parole che evocano la morte in piazza”. ”La presidente di Fratelli d’Italia usa spesso parole che non dovrebbero essere pronunciate e che sono lontane da quello che dovrebbe essere un linguaggio di convivenza civile. Però il nostro modo di fare politica, quello dei rappresentanti di una forza democratica, dovrebbe essere diverso e – conclude Rotta – distinguersi anche nei toni e nelle forme dagli attacchi personali e violenti che vengono dalla destra”. Alla fine parla anche Nicola Zingaretti: “La foto contro Giorgia Meloni è un errore da condannare. Tutti collaboriamo a difendere la dignità del confronto. Così non si va avanti, l’odio sta portando indietro le lancette della storia. Ce lo dicono anche le campagne infami nei social e le aggressioni ai circoli Pd”.
Le scuse sono finte e ipocrite visto che la cosa è stata pensata e il significato lo sappiamo tutti bene.
e’ una cosa vergognosa e vorrei sapere dove sono le varie Boldrini, Bonino e tutte le
femministe? L’unca soluzione è cacciare via questa pseudo-politica.
Viva sempre Giorgia Meloni
Mai lette solidarietà false e ipocrite come quelle espresse dai vari personaggetti della sinistra verso la Signora Meloni. Giorgia deve andare avanti con le denunce penali.